L’annuncio della presenza del presidente Zelensky al Festival di Sanremo 2023 rappresenta uno dei momenti più bassi e tristi della storia del servizio di informazione pubblica nel nostro Paese.
Strumentalizzare la manifestazione canora italiana più famosa al mondo per promuovere la corsa agli armamenti e fare proseliti per la crescente escalation del conflitto in corso in Ucraina è una scelta assolutamente irresponsabile.
Nonostante siamo ormai abituati a essere vittime di un bombardamento mediatico senza precedenti e nonostante ormai sia impossibile trovare in TV qualche posizione che non sia del tutto allineata alla visione militarista e bellicista, il fatto che questa propaganda venga fatta approfittando di una manifestazione artistica che coinvolge moltissimi giovani è assolutamente inaccettabile. Non possiamo lasciare che questa mostruosità venga compiuta senza organizzare una reazione.
Anziché sensibilizzare sui temi della pace, sulla necessità di un dialogo tra le parti e sul bisogno di far tacere le armi e prendere in considerazione i diversi punti di vista, il servizio televisivo pubblico promuove ormai senza mezzi termini una visione in cui una delle due parti deve essere distrutta.
La visione che si propone è assolutamente semplicistica: noi siamo il bene, gli altri sono il male e vanno combattuti. Non c’è spazio per alcun dialogo, per alcuna riflessione che non sia quella delle armi, arrivando anche a sdoganare la folle idea che per sconfiggere i nemici cattivi bisogna essere pronti anche al sacrificio nucleare.
Zelensky è diventato il nuovo simbolo della corsa agli armamenti, dello sforzo bellico a tutti i costi e del rifiuto di qualsiasi discussione e compromesso. Con le sue comparse immancabili in qualsiasi evento sempre con una perfetta coreografia, luci, pettinatura e abbigliamento si è trasformato in una sorta di onnipresente testimonial per il riarmo globale.
Per questo la sua presenza è assolutamente incompatibile con lo spirito di una manifestazione culturale e artistica. I valori che l’arte e la cultura dovrebbero trasmettere sono quelli della tolleranza e del dialogo e non quelli della guerra e del confronto armato.
È assolutamente importante che la società civile italiana reagisca con molta forza a questa situazione. Gli artisti che parteciperanno al festival, gli addetti ai lavori, i giornalisti, il pubblico e tutte le persone coinvolte dovrebbero fare il possibile per evidenziare questa contraddizione e protestare contro una scelta così dissennata.
Per questo invitiamo tutte le persone che seguiranno il festival a spegnere la TV la sera in cui il presidente ucraino farà il suo intervento.
Invitiamo tutti gli artisti che saliranno sul palco dell’Ariston a esibire la bandiera della pace per testimoniare il loro impegno per il dialogo e per la soluzione pacifica del conflitto anziché per alimentare l’escalation armata.