Un attentato contro i coloni a Salwan, un sobborgo ad est di Gerusalemme occupata.
Tre feriti, due israeliani ed un ragazzo palestinese di 13 anni, che viene accusato dalle forze di Tel Aviv di essere l’attentatore. Immediata l’irruzione militare nel quartiere dal quale proviene e nel campo di Shu’fat, dal quale è originaria la famiglia.
Sono stati arrestati il padre, la madre e un fratello.
I parenti hanno negato che a sparare sia stato loro figlio.
Il clima nei territori palestinesi occupati si sta enormemente scaldando e il governo israeliano delle destre estreme si trova di fronte ad una nuova sfida che potrebbe scatenare il malcontento (tra gli israeliani) e soprattutto la degenerazione incontrollata dello scontro.
Un colono stamattina, domenica, ha sparato contro un giovane palestinese, Karam Salman, 18 anni, uccidendolo.
È avvenuto ad est di Qalqilia.
Una banda di coloni ha bruciata una casa di contadini a nord di Ramalla e, in un altro episodio, sono stati tagliati 200 alberi di olivo a sud di Nablus.
A Tel Aviv, la riunione del gabinetto ristretto dei ministri della sicurezza sembra prospettare un’escalation: aumento della presenza militare in Cisgiordania, l’arrivo a Gerusalemme di reparti delle guardie di confine, licenze di porto d’armi ai coloni, proposta di legge per l’estradizione delle famiglie degli attentatori, demolire le loro case.
Fonti stampa rivelano che Netanyahu ha escluso un’operazione contro Gaza in questa fase che precede l’arrivo del segretario di Stato USA nella regione. Blinken sarà a Tel Aviv e Ramallah e poi il suo viaggio toccherà Amman e Il Cairo.
Obiettivo della Casa Bianca è quello di far pressione sui leader palestinesi per riprendere la collaborazione con le forze di occupazione senza ottenere nulla in cambio se non elargizione monetarie per tenere in piedi la struttura amministrativa e qualche aiuto umanitario alla popolazione.
Di ritiro israeliano e soluzione del conflitto nessun accenno.