A Reggio Calabria si è tenuta un’altra udienza del processo Lucano. Sono state sentite le difese di sei imputati, perché é bene ricordarlo, il processo non riguarda solo Domenico Lucano. Tutti gli avvocati difensori hanno messo in evidenza l’inconsistenza delle tesi accusatorie e le relative condanne. Appare sempre più evidente che le condanne sono state comminate su ipotesi non suffragate da fatti concreti.
La prossima udienza si terrà il 29 marzo, e in aprile ci sarà l’ultima udienza. Successivamente sarà emessa la sentenza che deciderà le sorti di quanti si sono prodigati per sostenere un processo che andava oltre la mera accoglienza.
Occorre ricordare che quello che si sta svolgendo è il processo di secondo grado e fino a quando non si saranno conclusi i tre gradi di giudizio, tutti gli imputati sono da considerarsi non colpevoli dei reati loro ascritti.
Questo lo dovrebbe ricordare quel pennivendolo, che ergendosi a giudice supremo, ha sentenziato emettendo una sentenza definitiva su Domenico Lucano. Quel giornalista che si diletta a fare l’opinionista e che si dichiara appartenente alla destra liberale. Quel pensiero liberale, a cui egli si ispira, dovrebbe essere garantista, non forcaiolo e giustizialista. Quello stesso pennivendolo, che fa paragoni cinematografici, dovrebbe vergognarsi. Dovrebbe vergognarsi, di aver risposto ad uno sfogo di una figlia, che parla del padre, semplicemente descrivendolo, raccontando aneddoti di vita vissuta. Quello stesso pennivendolo che si vanta di aver letto le 904 pagine delle motivazioni, e si inventa reati che in quelle motivazioni non ci sono.
Giù le mani da Mimmo Lucano.
I paragoni con nessun altro personaggio sono ammissibili. Se Domenico Lucano è amato e celebrato dappertutto, è grazie alla sua integrità morale e non saranno certo quattro “giornalai” da strapazzo a metterla in discussione.
Fra qualche mese sarà emessa la sentenza, i giudici d’appello dovranno decidere sulla sua sorte e già questo stride e fa male. Fa male, considerando che spesso la verità processuale non corrisponde alla verità reale.
Quel che è certo è che Mimmo Lucano resterà nella storia e che nessuno, nemmeno una sentenza, potrà cancellare la storia di Mimmo Lucano e di Riace.
Antonino Richichi