In questi pochi giorni di governo, nonostante il secondo tentato golpe, Lula ha già iniziato a mantenere le proprie promesse. Il neo presidente socialista Lula da Silva ha firmato nella prima ora dopo il suo insediamento il ripristino delle relazioni diplomatiche col legittimo governo socialista venezuelano di Nicolás Maduro. Poche ore dopo, l’Ambasciata venezuelana di Brasilia è tornata in pieno possesso delle autorità venezuelane dopo tre anni durante i quali era stato espulso l’ambasciatore poiché il governo brasiliano di ultradestra di Bolsonaro, sotto la spinta del governo Trump, aveva preferito riconoscere Juan Guaidó come presidente autoproclamato del Venezuela.
Il personale diplomatico venezuelano presente nell’Ambasciata ha raccontato come “per tre anni abbiano difeso quegli spazi, vivendo ininterrottamente lì dentro attaccati e vessati dal fascismo portato avanti dal 13 novembre 2019, momento in cui gli esponenti inviati da Guaidó tentarono di forzare l’ingresso della Ambasciata per impossessarsene. (…) Aiutati dai fratelli dei movimenti sociali, da parlamentari brasiliani e da membri della Rivoluzione Bolivariana presenti con noi durante questi tre anni, siamo riusciti a resistere con onore e dignità” ha dichiarato la funzionaria dell’Ambasciata Irene Rondón.
Da parte sua, il presidente della Assemblea Nazionale Venezuelana Jorge Rodriguez, giunto a Brasilia in visita ufficiale per la investitura di Lula, ha ringraziato i movimenti che “hanno protetto i venezuelani che, assediati dal governo dell’ex presidente Jair Bolsonaro, sono stati per tre anni all’interno delle installazioni della nostra Ambasciata in Brasile. Mi sento orgoglioso ed emozionato di ricevere le nostre istallazioni dalle mani di contadini, di lavoratori, di movimenti anti imperialisti, di studenti che hanno difeso i nostri compatrioti vivendo qui dentro prigionieri, come nel caso di Assange, per colpa del fascismo e dell’odio. Mai, negli anni e nei secoli che verranno, il Venezuela dimenticherà questo vostro gesto e la vostra solidarietà”2.
Il governo di Lula rilancia così, come promesso, il multipolarismo in una visione politica più ampia della Nostra America. L’altra importante conquista avvenuta nelle prime ore di governo è la firma dell’annullamento dei processi di privatizzazione di otto tra le più grandi società statali avviati durante il governo dell’ex presidente di ultradestra filo-USA Bolsonaro. Le società sono: Petrobras (principale industria petrolifera), Correios (le Poste), Impresa Brasiliana per l’Amministrazione di Petrolio e Gas Naturale S.A. – Pré-Sal Petróleo S.A (PPSA), Impresa di Tecnologia e Informazioni delle Pensioni (Dataprev), Nuclebrás Attrezzatura Pesante (Nuclep), Impresa Brasiliana della Comunicazione (EBC), il Servizio Federale di Elaborazione Dati (Serpro) e gli Immobili e Magazzini di proprietà della Società Nazionale delle Forniture (Conab). Il neo presidente ha inoltre firmato la destituzione di decine di consiglieri nominati da Bolsonaro (molti dei quali erano militari) dalla Presidenza della Repubblica, dall’Ufficio Personale della Presidenza della Repubblica, dal Ministero dell’Ambiente, dal Ministero della Giustizia e Pubblica Sicurezza, dall’Ufficio Sicurezza Istituzionale (GSI), della Segreteria Speciale per gli Affari Strategici, dal Ministero della Difesa, dal Ministero dell’Istruzione, dal Ministero degli Affari Esteri, dal Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale e dal Ministero del Turismo. Le destituzioni riguardano anche la Polizia Federale, l’Abin (Agenzia di di Intelligence Brasiliana), il Funai (Fondazione Nazionale Indigena), Ibama, l’Istituto Chico Mendes, tra gli altri. Insieme al neo-Ministro delle Finanze, il socialista Fernando Haddad, Lula ha poi revocato le nomine clientelari effettuate l’ultimo giorno del governo Bolsonaro a beneficio di funzionari ai vertici delle Entrate Federali con incarichi nelle rappresentanze diplomatiche all’estero.
Le nomine erano valide per due anni ed erano state firmate dal vicepresidente di Bolsonaro, Hamilton Mourão, l’ultimo giorno di governo. Sul versante ambientale, sempre il 1° gennaio, Lula ha firmato il decreto n. 11.368, con cui si autorizza la Banca Nazionale per lo Sviluppo Economico e Sociale (Bndes) a raccogliere di nuovo le donazioni finanziarie per il cosiddetto Fondo Amazzonia per investimenti in azioni di prevenzione, monitoraggio e contrasto alla deforestazione e alla conservazione e uso sostenibile dell’Amazzonia. Finanziato dai governi di Norvegia e Germania, il fondo al momento teneva bloccati circa 3,3 miliardi di reais.
Nel campo dell’istruzione Lula ha poi annullato il decreto di Jair Bolsonaro che istituiva, nel 2020, la creazione di classi separate nelle scuole per persone con disabilità. La norma era stata fortemente osteggiata da esperti dell’istruzione i quali affermavano che avrebbe creato una segregazione tra studenti con e senza disabilità. Il Partito Socialista Brasiliano era stato l’autore di un’azione legale contro il decreto vincendo la causa di fronte al Tribunale Federale che sentenziò che il decreto violava il diritto all’istruzione inclusiva, tuttavia il decreto non era stato ritirato dal Governo Bolsonaro.
Sul versante delle armi, con il Decreto n. 11.366, Lula ha mantenuto una delle sue promesse elettorali: ristabilire una politica di controllo delle armi più severa di quella del suo predecessore.
Il provvedimento riduce il quantitativo di armi e munizioni consentito per l’uso, subordinando l’autorizzazione del porto d’armi e alla prova della sua necessità. Sospende inoltre la registrazione per l’acquisizione e la cessione di nuove armi e munizioni e il rilascio delle autorizzazioni per l’apertura di nuovi circoli di tiro e poligoni. Il decreto presidenziale stabilisce inoltre che, entro 60 giorni, la Polizia Federale registri nuovamente tutte le armi vendute a partire da maggio 2019 e che venga creato un gruppo di lavoro per discutere la nuova disciplina della legge n. 10.826 per la registrazione, detenzione e vendita di armi da fuoco e munizioni. Le presenti ordinanze sono state firmate domenica 1° gennaio e pubblicate lunedì 2 gennaio in Gazzetta Ufficiale3.
Il governo Lula inizia con il passo giusto e l’unico augurio che possiamo fare è quello di non cedere a ricatti internazionali e a pressioni imperialiste e neoliberiste esterne ed interne.
(un grazie speciale a Rete Solidarietà Rivoluzione Bolivariana sempre vigile ed attenta all’attualità latinoamericana)
1 https://www.metropoles.com/distrito-federal/posse-terceiro-mandato-de-lula-df