“La Ocean Viking sta navigando in un mare molto agitato, mentre cerchiamo di ridurne l’impatto sui naufraghi. Tuttavia possiamo fare ben poco: viaggiando verso un porto lontano come Ancona, il tempo è un rischio continuo per persone vulnerabili” denunciava ieri su twitter SOS MEDITERRANEE ITALIA.
“Come previsto, il tempo è gravemente peggiorato. I 37 sopravvissuti sulla Ocean Viking devono fare i conti con venti da 40 nodi e onde fino a 6 metri. Quasi tutti soffrono il mal di mare. Tutto ciò poteva essere evitato con l’assegnazione di un porto sicuro più vicino” è l’aggiornamento di oggi.
Stessa situazione a bordo della Geo Barents di Medici senza Frontiere. “Le nostre trattative con le autorità italiane per un porto più vicino purtroppo non hanno avuto successo. L’Italia non è aperta alla discussione e ha rifiutato categoricamente le nostre richieste. Non abbiamo quindi altra scelta che obbedire e proseguire verso nord verso Ancona” aveva dichiarato domenica un portavoce della Ong.
Medici senza Frontiere ribadisce comunque il suo disaccordo: “E’ inaccettabile mandarci a Ancona mentre altri porti idonei sono molto più vicini, soprattutto in queste condizioni meteo. Questo è contro il diritto marittimo internazionale e il miglior interesse dei sopravvissuti. Ancora una volta questa decisione prende di mira le Ong di ricerca e soccorso, ma il vero prezzo lo pagheranno le persone che fuggono attraverso il Mediterraneo centrale e si trovano in situazioni di disagio. Non rimarremo silenziosi e inattivi!”.
Secondo il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi indicare alle navi delle Ong porti di sbarco nel centro nord serve a sgravare Sicilia e Calabria, che “non devono essere condannate ad essere il campo profughi dell’Europa“. Peccato però che i migranti salvati dalle navi militari italiane, o arrivati per conto proprio, approdino proprio nei porti siciliani e calabresi (l’ultimo caso è un veliero alla deriva intercettato da una nave della Guardia di Finanza e poi arrivato a Crotone). Nei primi giorni di gennaio gli sbarchi sono stati dieci volte tanto quelli avvenuti all’inizio del 2022 (3.673 rispetto a 378) e nel 2022 sono sbarcati 40.000 migranti in più rispetto al 2021, superando i 100.000. Di questi però dall’ottobre 2022 solo il 10% è stato salvato dalle navi umanitarie, una percentuale ancora inferiore a quella del 15% riferita agli anni successivi al 2018.
Sono dati ufficiali, ma non contano davanti alla narrativa delle Ong complici degli scafisti e dei confini nazionali che vanno difesi dai migranti invasori.