5 gennaio 2023. Una splendida mattinata all’insegna del dialogo, della riflessione, del confronto nella diversità e del camminare insieme, per difendere la Pace e la bellezza del Creato percorrendo alcune tappe del “Cammino dei Monaci”, che dal centro di Milano porta alla Via Francigena (l’antica strada romana che collegava Canterbury al sud Italia (Puglia) e da lì al Medio Oriente e al Nord Africa. E’ quasi impossibile tentare di riassumere le emozioni, le suggestioni, i tanti e diversi momenti di scambio e di crescita individuale e collettiva che hanno caratterizzato il piccolo, ma significativo viaggio verso la Terza Marcia Mondiale per la Pace e la Nonviolenza, che partirà da San Jose in Costa Rica il 2 ottobre 2024 e li terminerà il 5 gennaio 2025.
La giornata è iniziata presso la sede del Municipio 4 del Comune di Milano dove, alla presenza dei rappresentanti istituzionali sia del Municipio sia del Consiglio Comunale, è stata presentata l’iniziativa e letto parti dell’ “Ode alla Melagrana” di Federico Garcia Lorca, proprio accanto alla pianta dedicata alla memoria del tecnico del verde Giacomo Manganaro, recentemente scomparso. Tiziana Volta, del Coordinamento Mondiale di “Mondo senza Guerre e senza Violenza” ha ricordato la regola aurea della nonviolenza: “TRATTA GLI ALTRI COME VUOI ESSERE TRATTATO”.
Pace, giustizia e custodia del Creato sono le parole chiave sottolineate da Gloria Mari, Presidente del Centro Nocetum, che ha voluto specificare il perché proprio della data del 5 gennaio: “Siamo alla vigilia dell’Epifania, che fu manifestazione della luce per i Magi. Essi non erano cristiani, eppure erano alla ricerca di una stella e seguirono quella luce. Mi ha colpita la frase di una preghiera che mi è capitato di leggere in questi giorni: parla della ‘sovrana bellezza del Creato’. Mi pare che possa essere uno spunto utile per chiunque decida di mettersi in cammino“. “E per una strana coincidenza la terza Marcia Mondiale per la Pace e la Nonviolenza si concluderà il 5 gennaio 2025”, aggiunge Tiziana Volta.
In Piazzale Gabriele Rosa, dopo un saluto da parte della Comunità di Sant’Egidio del Corvetto, con Matteo che ci ha ricordato che “bisogna ribellarsi alla rassegnazione del fatto che la guerra esista. La pace è un cammino quotidiano“, il Parroco della Parrocchia di San Michele Arcangelo e Santa Rita, Don Roberto, ha voluto sottolineare che “la pace è come un giardino, che va curato, perché dove c’è cura, c’è bellezza e c’è anche speranza“.
Seconda tappa del Cammino il Centro Nocetum (*). Qui la prima testimonianza è di Rafael de la Rubia (ideatore e coordinatore della Marcia Mondiale) che, parlando della sua terza edizione ci ha invitato a compiere costantemente azioni semplici ma profonde, che portino a creare un mondo diverso senza forzature, spontaneamente, con i cuori e le menti in pace.
La Pace va coltivata giorno dopo giorno, come ci insegnano gli Hibakujumoku (dal giapponese “alberi bombardati”). Uno è stato affidato al Centro Nocetum dall’Associazione “Mondo senza Guerre e senza Violenza” e da Pefc Italia per Green Legacy Hiroshima, quale testimonial di resistenza e rigenerazione. Durante la sosta presso il Centro, la Rev. Annamaria Gyoetsu Epifanìa, monaca buddhista del Centro Zen Anshin di Roma, ha raccontato di un altro affidamento di un Ginko biloba di Hiroshima avvenuta nel giungo del 2022, ha fatto una preghiera di benedizione alla piccola pianta, che Nocetum ha voluto chiamare “Speranza” e che, appena possibile, verrà messa a dimora. Ha concluso leggendo alla platea un messaggio della Sen. Liliana Segre, (definita “seme sopravvissuto ad Auschwitz“): “Coltivare la speranza è un imperativo categorico, a tutte le latitudini. Storia e memoria procedono parallele e sono patrimonio comune dell’umanità esattamente come gli alberi”.
Il percorso si è concluso con l’arrivo all’Abbazia di Chiaravalle, accolti dall’Abate, Don Stefano, che ha sollecitato con un suo pensiero sul significato della strada e del camminare: “É la strada che ci porta. Noi siamo portati verso un obiettivo, una meta: in questo caso il camminare a favore della pace e della custodia del Creato. Voi concludete proprio in un monastero: luogo in cui si vive con un’attenzione verso quello che resta. Cosa non semplice nel vortice della realtà contemporanea. Eppure, bisogna puntare a custodire ciò che resta… come un monastero o un albero“.
In ricordo degli intensi momenti vissuti insieme é stata donata una piccola pergamena con la Regola d’oro della nonviolenza (Tratta l’altro come vorresti essere trattato). Sulla pergamena c’era anche un ramo d’ulivo, una pianta simbolo di pace, ma anche molto presente nell’area del Mediterraneo. Questo ci ha dato l’opportunità di parlare ancora di Mediterraneo “Mare di pace e libero dalle armi nucleari”, della marcia in mare del 2019 e dell’obiettivo di realizzare con la terza edizione della Marcia la conferenza del Mediterraneo sulla Peace Boat, la nave degli Hibakusha (una grande speranza dopo lo stop del Covid). Solo recentemente il Wilpf ha ricordato l’appello “Convenzione dei diritti nel Mediterraneo” (Palermo, 19 marzo 2022).
(*) fondato nel 1998 da Suor Ancilla Beretta (recentemente scomparsa) accoglie al suo interno una Comunità Educativa per donne in situazione di disagio e fragilità sociale e i loro bambini.
Oltre alla casa di accoglienza, Nocetum organizza percorsi didattico-educativi per scuole e gruppi, attività di volontariato ed iniziative per favorire l’integrazione e la coesione sociale del territorio.