Più di duemila persone hanno partecipato ieri pomeriggio al corteo in appoggio alle proteste scoppiate in Iran dopo l’uccisione di #MahsaAmini ed in ricordo delle vittime del volo PS752; il corteo, partito da piazza Vittorio, ha percorso via Po per concludersi con performance ed interventi in piazza Castello.
La manifestazione, convocata in contemporanea anche a Roma, ha preso spunto dall’anniversario dell’abbattimento del volo PS752 ad opera della contraerea iraniana l’otto gennaio 2020 e costata la vita ai 176+1[1] passeggeri. Nello specifico, l’associazione delle vittime di quel disastro aereo ha dimostrato grande solidarietà e vicinanza al popolo iraniano partecipando attivamente alle varie manifestazioni seguite all’uccisione di Mahsa Amini in tutto il mondo, compresa quella di Berlino nell’ottobre del 2022 a cui hanno partecipato più di 80.000 iraniani provenienti da tutta Europa.
Donna, vita, libertà (Zan, Zendegi, Azadi) è lo slogan delle proteste e delle manifestazioni in Iran che oramai si possono definire a tutti gli effetti una rivoluzione; queste tre semplici parole, iniziate come grido di protesta delle donne iraniane che togliendosi e bruciando il velo si ribellano all’obbligo di portare l’hijab ed all’asfissiante polizia morale del regime teocratico iraniano, sono diventate simbolo di libertà ed uguaglianza per tutto il popolo iraniano.
Alla manifestazione torinese hanno partecipato delegazioni provenienti da varie città del nord Italia.
Gli organizzatori chiedono alla comunità internazionale la cessazione immediata di tutti i rapporti economici e politici con la Repubblica Islamica e di attivare le sponsorizzazioni politiche a tutela dei giovani condannati a morte ed ingiustamente detenuti nelle carceri iraniane.
Chiedono inoltre il supporto delle opinioni pubbliche mantenendo alta l’attenzione sulla situazione iraniana, firmando la petizione a tutela dei giovani iraniani che rischiano la vita manifestando e contribuendo alle raccolte fondi in supporto all’attivismo internazionale.
Molto toccante la performance finale in piazza Castello, incentrata sul ricordo della tragedia del volo PS752 a cui hanno fatto seguito gli interventi dei rappresentanti istituzionali di Comune, Regione e Parlamento che hanno promesso all’unisono l’impegno per fare pressioni sulla repubblica islamica per il rispetto dei diritti umani, la sospensione delle esecuzioni capitali ed una svolta democratica per il regime.
Gli attivisti intervenuti hanno ricordato che il movimento di protesta in atto in Iran, che segue diversi movimenti passati già repressi nel sangue, non vuole sostituire la repubblica teocratica con un sistema economico all’occidentale, ma introdurre nel paese forme di partecipazione democratica, protezione dei diritti umani e libertà di scelta delle donne, in un movimento realmente intersezionale.
[1] Una delle vittime era in stato di gravidanza