Giorgia Meloni ha appena concluso un accordo definito “storico” con la Libia su gas e migranti. L’intesa sottoscritta tra l’Eni e la compagnia energetica libica Noc comporta un investimento di 8 miliardi di dollari per sfruttare due giacimenti al largo del Paese africano e portare più gas in Italia. Allo stesso tempo si è rinnovato l’impegno italiano per sostenere la Guardia Costiera Libica donandole cinque motovedette per “contrastare l’immigrazione illegale”. E intanto la guerra in Ucraina rischia di trascinarci in un conflitto nucleare. Ne parliamo con Fabio Marcelli, giurista internazionale.
Le motovedette libiche vengono definite “imbarcazioni attrezzate nel campo della ricerca e soccorso di migranti in difficoltà in mare” e l’accordo sul gas viene presentato come un modo per “aiutare i Paesi africani a crescere e diventare più ricchi”. Sappiamo però che la realtà è ben diversa.
Ci troviamo senza dubbio di fronte a gravissime mistificazioni su vari piani. La cosiddetta Guardia Costiera libica si è resa colpevole di gravi crimini nei confronti dei migranti ed è parte integrante di un sistema criminale che nega ai migranti la vita e li assoggetta a torture, schiavitù, stupri, ricatti e maltrattamenti di ogni genere. Il governo italiano è da tempo complice di tali crimini e in questo Meloni è solo la fedele continuatrice di una politica contraria ai più elementari principi di civiltà portata avanti nel passato da Minniti, Salvini ed altri. Su questi temi, e in particolare sul cosiddetto migranticidio, il Centro di ricerca ed elaborazione per la democrazia, presieduto da Michela Arricale e da me, sta organizzando con altre associazioni un convegno che si terrà a Roma in maggio, nel corso del quale verranno messe a punto adeguate iniziative di denuncia legale e giudiziaria, compreso il ricorso alla Corte Penale Internazionale.
È altresì evidente quanto siano velleitari e strumentali i propositi di Meloni riguardo ai Paesi africani, dato che quello che interessa ai governi italiani è solo la possibilità di usufruire delle risorse energetiche della Libia e di altri Paesi, mentre è nulla la sensibilità nei confronti delle popolazioni. Un diverso sviluppo dell’Africa dipende da rapporti paritari con governi non corrotti, che sappiano davvero mettere al primo posto i diritti dei loro cittadini, come fece Chavez in Venezuela, destinando i profitti petroliferi alla soddisfazioni di tali diritti.
Del tutto ridicolo il tentativo di Meloni di appropriarsi in qualche modo dell’eredità di Mattei: quest’ultimo venne liquidato dall’imperialismo per aver tentato una politica alternativa nei rapporti coi Paesi del Terzo Mondo, mentre Meloni, sulla falsariga dei governi che l’hanno preceduta, costituisce solo una pedina della NATO. Peraltro continuare a porre l’enfasi in modo pressoché esclusivo sulle fonti fossili, per soddisfare l’ENI e favorire i suoi enormi profitti, significa rinviare sine die l’investimento nelle fonti energetiche alternative, oggi più che mai necessario e urgente per contrastare il cambiamento climatico.
Cosa si può fare a tuo parere per opporsi a questa narrazione tossica, che purtroppo si estende anche ad altri temi, come la guerra in Ucraina?
Esiste senza dubbio un’informazione tossica e dannosa su tutti questi temi, come su quello che oggi è il più importante in assoluto – la guerra in Ucraina, che sotto pressione della NATO e dei settori più retrivi del governo statunitense, impersonati dal Segretario di Stato Blinken, rischia ogni giorno di più di trascinarci in un conflitto generalizzato che trasformerà l’Europa intera in un ammasso di macerie radioattive fumanti.
La misura è davvero colma, dopo la decisione di Vespa e dei vertici RAI di invitare il Gauleiter ucraino Zelensky al Festival di Sanremo. Zelensky appare sempre più il continuatore del leader nazifascista ucraino Bandera. Il suo regime, mentre incita alla Terza Guerra Mondiale, massacra i dissidenti e porta avanti la pratica disumana delle decimazioni al fronte per piegare la resistenza dei propri soldati, sempre più stanchi di questa inutile strage. Occorre dare espressione al sentimento pacifista più che mai maggioritario nel popolo italiano e in quelli europei, boicottando Sanremo e mobilitandosi, il 24 febbraio e in altre occasioni, per il cessate il fuoco, la ripresa dei negoziati e una pace giusta basata sul diritto alla sicurezza per tutti gli Stati e l’auto-determinazione di tutti i popoli, come auspicato fra gli altri perfino dall’ex Segretario di Stato statunitense Henry Kissinger.