Oggi e domani, 23 e 24 gennaio, alla Camera dei deputati si discute e si approva in via definitiva il DL 185/2022. Nella Gazzetta ufficiale del 2 dicembre 2022 appare sotto il titolo: “Disposizioni urgenti per la proroga dell’autorizzazione alla cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari in favore delle Autorità governative dell’Ucraina”.
Per questo motivo, ancora oggi nella piazza del Pantheon, nonostante la pioggia e il freddo, si è svolto il terzo presidio – dopo quelli del 13 dicembre 2022 (mozioni parlamentari) e del 10-11 gennaio 2023 (voto al Senato) – del gruppo di manifestanti deciso a proclamare un “DIGIUNO DI COERENZA PACIFISTA” e PRESIDI DI SENSIBILIZZAZIONE ogni qualvolta il governo e il Parlamento si occupano delle decisioni sugli aiuti militari al governo ucraino, ribadendo il: “NO al coinvolgimento bellico dell’Italia agli aiuti militari all’Ucraina che proprio in questo momento sta decidendo in via definitiva il Parlamento. Non bisogna gettare benzina sul fuoco di una guerra pericolosissima che può anche degenerare in conflitto nucleare e, nonostante il governo continui ad ignorarci, siamo confortati dalla consapevolezza che la maggioranza del popolo italiano vuole un’apertura immediata delle trattative di pace”. Così Alfonso Navarra di Disarmisti Esigenti a margine del sit-in contro l’invio del nuovo pacchetto di armi in Ucraina.
Accanto a lui tra gli altri digiunatori Ennio Cabiddu, Mino Forleo, Marco Palombo e Patrizia Sterpetti, presidentessa della WILPF-Italia ( alla recente scomparsa Antonia Sani sono dedicati i digiuni di coerenza) che chiarisce: “Vogliamo che l’Unione europea, il Parlamento europeo e l’OCSE lavorino in ascolto di tutte le componenti pacifiste, in particolare le donne, dando ascolto alla risoluzione 1325, ai piani nazionali e creando una conferenza di pace”.
Il decreto in oggetto estende a tutto il 2023 il “metodo Draghi”, vale a dire decreti con elenchi secretati del Ministro della Difesa di concerto con Esteri e MEF, a sola conoscenza del COPASIR, sarebbero sufficienti per autorizzare la concessione di aiuti militari in favore del governo ucraino. A parere di digiunanti e presidianti, questa sarebbe procedura incostituzionale (non si risolvono le controversie internazionali con la guerra!) con illegale deroga alla legge 185 del 1990 sul commercio delle armi.
Gli interventi che si sono succeduti al microfono hanno commentato la notizia, appresa da indiscrezioni della stampa, che il sesto pacchetto di aiuti militari, nell’ambito giuridico del 185/2022, includenti i SAMP-T (ulteriori ai cinque già inviati sotto il governo Draghi e stimati per circa un miliardo di costi), sarebbe già pronto (verrebbe varato il 26 gennaio) secondo gli indirizzi concordati al vertice svoltosi il 20 gennaio a Ramstein.
Inoltre, hanno rilevato che la questione dei carri armati emersa al vertice di Ramstein dei 50 paesi supportanti militarmente il governo ucraino è legata alla decisione politica da parte di NATO & partners di aiutare Kiev nella controffensiva, fino a una possibile riconquista della Crimea. Questo obiettivo è ormai considerato come il “vincere la guerra per ottenere una pace giusta “. Da parte russa ci si sta muovendo analogamente con una mobilitazione massiccia di truppe e di mezzi.
Lo scioglimento del ghiaccio sul terreno dovrebbe portare in primavera a un grande scontro di forze corazzate lanciate le une contro le altre, una “battaglia dei giganti” in stile seconda guerra mondiale. Questa escalation significa la preparazione di una guerra di lunga durata, implicando il riaffacciarsi del rischio nucleare. Ogni ipotesi anche solo di armistizio in stile coreano, cui dovrebbero seguire negoziati di pace per tutto il tempo occorrente, viene in tal modo evaporata.
Il quadro potrebbe cambiare nel caso di un accordo USA-CINA, che ha le sue grandi difficoltà nel momento in cui viene lanciata la guerra economica contro il dragone ponendo l’embargo sui chip avanzati.
A chi conviene una guerra lunga? E’ da complottisti sostenere che tutto è mosso dall’industria delle armi e da coloro che con essa si arricchiscono sulla vita della povera gente comune? E mentre succede tutto questo, non si può neanche tacere il rammarico di essere un gruppo così esiguo a mobilitarsi oggi contro il decreto legge che darà la cornice giuridica al sesto pacchetto di aiuti militari, cui seguirà, stante le dinamiche politiche attuali, un settimo, un ottavo…un continuo alimentare la guerra… dov’è la folla del 5 novembre? Dove sono le reti per la pace e il disarmo?
Per chi vorrà unirsi alla voce di continua a proclamare pace e nonviolenza, ci si dà appuntamento il 24 gennaio 2023 dalle ore 16:00 alle ore 19:00 con una Assemblea on line. Titolo: “COME PROSEGUIRE UNA STRATEGIA NONVIOLENTA DI OPPOSIZIONE ALLA GUERRA CON IL “POPOLO DELLA PACE”CHE COINVOLGE IL “POPOLO” TOUT COURT.
Si tratta di focalizzare la risposta al bisogno di un polo attrattivo CAPACE DI ASCOLTO, DI DIALOGO E DI ORGANIZZAZIONE RISPETTO ALLA VOLONTA’ PACIFISTA DELLA MAGGIORANZA DELLE ITALIANE E DEGLI ITALIANI”
Questo il link alla piattaforma Zoom per connettersi il 24 gennaio:
https://us06web.zoom.us/j/81801691211?pwd=Rm44NUxQRDBDZmRydldlMUoyejVQdz09
L’iniziativa è promossa dai Disarmisti esigenti (www.disarmistiesigenti.org) con la collaborazione di WILPF Italia, Europe for Peace (quella originale e fronte d’azione umanista), Rete No War, Donne in Nero, LOC, LDU, Kronos Pro Natura, Il Sole di Parigi, Marcia dei Girasoli-Comiso, Per la scuola della Repubblica, Bimbi svegli, Ban the Bomb, Odissea, Melitea, Rete IPRI-CCP (e altri gruppi che vanno mano mano aggiungendosi). Con l’adesione di COORDINAMENTO NO GREEN PASS di Trieste e del Partito della RIFONDAZIONE COMUNISTA.
Il video reportage di Ala News