La Cassazione ha annullato le misure cautelari richieste per il capo 1 d’imputazione (associazione a delinquere) nel processo ad attivisti politici dell’Askatasuna, Neruda, Movimento NoTav
Alla sede dello Spazio Popolare Neruda si è tenuta una conferenza stampa in merito al dispositivo della Cassazione.
Sono intervenuti:
– Dana Lauriola
– Alberto Perino
– Alice Scavone
– Constance
Il teorema accusatorio di associazione sovversiva della PM Pedrotta, già derubricato dal GIP, cambiato poi dopo il ricorso della PM stessa al Tribunale del Riesame in associazione a delinquere, ha visto nel tempo ridurre il numero di accusati. A seguito di questo capo d’imputazione, il capo 1, del rinvio a giudizio, sono state disposte delle misure cautelari. A queste misure cautelari gli avvocati si sono opposti tramite un ricorso in Corte di Cassazione, che si è pronunciata in sostanza smentendo – ma occorrerà leggere le motivazioni della sentenza – la sussistenza del capo 1.
Dana Lauriola: “Che tutta questa operazione fosse un’evidente forzatura noi lo abbiamo detto fin dal principio. E’ importante che si ragioni su questo dispositivo in merito al ricorso al Tribunale del Riesame che la Procura aveva fatto per ottenere le misure cautelari che il GIP non aveva convalidato. Il Tribunale del riesame aveva convalidato le misure cautelari sulla base dell’accusa di associazione a delinquere. Essendo stato un ricorso da parte della Procura, abbiamo potuto impugnarlo, tramite i nostri avvocati, in cassazione.
Che il Tribunale del Riesame avesse spiegato in maniera inqualificabile i motivi per cui dovesse esserci riconosciuta l’associazione a delinquere, era evidente a noi e a i nostri avvocati. La cassazione ha stabilito che il capo 1 dovesse essere annullato con il rinvio al Tribunale del Riesame per la ripetizione del procedimento, perché evidentemente le motivazioni o non sono corrette, o non sono comunque sufficienti. E’ importante che l’accusa cardine di tutto questo procedimento, il capo 1, sia stata bocciata in prima istanza dal primo Tribunale esterno a questo Tribunale torinese. Il Tribunale ordinario ha poi, in generale, alleggerito le posizioni relative ai provvedimenti cautelari di tutti gli imputati: la situazione nel corso dei mesi è andata assolutamente a ridimensionarsi. Occorrerà vedere se la Procura avrà l’onestà intellettuale di tenere conto delle decisioni della Cassazione, che dovrebbero prevalere. Per noi è un buon segno: ci dovrà essere qualcuno in grado di mettere la parola fine a questo tentativo politico, inqualificabile, vergognoso, di criminalizzare delle esperienze di lotta.
Tutti noi non ci siamo mai sottratti a delle responsabilità individuali , abbiamo anche scontato pene molto afflittive e punitive. Ci abbiamo sempre messo la faccia: il nostro agire è politico, pubblico.
Siamo contenti di esserci portati a casa questa prima battaglia”.
Alberto Perino: “Lungo la strada della nostra lotta (contro il Tav, n.d.r.), iniziata in Val di Susa 32 anni fa, abbiamo raccolto tante altre realtà. Accusano dei NoTav, delle persone dell’Askatasuna, del Neruda, di associazione a delinquere. L’associazione a delinquere è composta da personaggi che sono in altri palazzi, che fanno parte delle camarille che vogliono governare tranquillamente e impunemente il territorio, approfittando del denaro pubblico e che, guarda caso, non vengono mai colpiti. E’ molto più facile accanirsi contro i deboli: questo è l’atteggiamento della Procura torinese, forte e cattiva con i deboli, tranquilla e buona con i potenti.
Questo è un dato pericoloso per la democrazia, per la società, per il vivere civile. Potevano tranquillamente accusarci di associazione a resistere, ne saremmo stati orgogliosi. Si mettano il cuore in pace: resistiamo da 32 anni e siamo già attrezzati per resistere ancora per altri 32 anni”.
Alice Scavone: “Io, insieme a ad altre compagne e compagni in particolare del Neruda, saremmo tra le persone che invece dovremmo tornare ad essere sottoposte a misure cautelari più restrittive. Noi ci siamo stufati di spiegare perché alcuni fatti (che anno portato al rinvio a giudizio, n.d.r.) sono stati strumentalizzati. Noi pensiamo che questa sia la violenza peggiore: continuare a far sì che persone che magari sono povere, razzializzate, non abbiano diritto ad essere ascoltate. Abbiamo fatto una conferenza stampa sui fatti del 2020 che ci vedevano coinvolti. Alcune persone che occupano questo spazio sono state portate in Questura, interrogate, hanno testimoniato che le accuse sono false, ma è stata ancora una volta ascoltata l’unica voce contraria, perché evidentemente utile a sostanziare un impianto accusatorio. E’ evidente la criminalizzazione di tutti quei movimenti che si battono per dare un’alternativa dignitosa a queste persone che non riescono a trovarla. Vogliono venirci ad arrestare? Noi siamo qui, ci mettiamo la faccia, non abbiamo paura”.
Constance: “Queste accuse, di una persona che ha accusato tutti, 600 persone, sono false. Una persona deve subire dolore, arresti per una cosa che non ha commesso. Vi chiedo di mettervi nei panni di chi è accusato di una cosa che non ha fatto e di cui devi comunque subire le conseguenze giudiziarie. Sono stanca e arrabbiata perché le accuse non sono vere. A chi piacciono le cose belle, deve piacere il Neruda, sapete che questa accusa è falsa, sapete la verità, ma volete nasconderla dietro le bugie. Siamo tutti arrabbiati”.
Il video integrale della conferenza stampa: