Una tipica giornata da dicembre torinese ha fatto da cornice al quarantesimo presidio Aboliamo la guerra; una mattina grigia, fredda e piovosa, tanto comune negli anni precedenti al riscaldamento globale, meno negli ultimi anni tanto che, in questi mesi di presidi del sabato mattina, solo in un’altra occasione il presidio ha dovuto ripararsi sotto i portici di piazza Castello.
Il tempo inclemente non ha fermato i partecipanti, quella trentina o più di persone che, sfidando il freddo, ma anche il caldo dei mesi estivi, stanno tenendo vivo il presidio per la pace torinese.
La riflessione pubblica sulla pace non armata e la nonviolenza organizzata dal Coordinamento AGiTE è diventata un appuntamento costante del sabato mattina torinese a partire da fine febbraio 2022, in parallelo con la corrispondente presenza settimanale ad Ivrea.
Già prima dell’inizio della guerra in Ucraina il Coordinamento aveva posta l’accento sulla sempre più calda situazione in quella regione con presidi sporadici: dopo l’inizio della guerra e la reazione emotiva del momento che ha portato alla partecipata manifestazione di piazza del 26 febbraio si è deciso, fra le varie possibilità, di mantenere un appuntamento settimanale, un punto di riferimento per chi chiede da sempre la cessazione delle ostilità ed il massimo impegno per la definizione di un percorso di pace per la regione, per chi non crede nella pace armata e vede nell’escalation progressiva di questa guerra regionale un pericolo mortale per l’intera umanità.
Particolare attenzione è stata sempre posta agli obiettori di coscienza ucraini e russi considerati un tassello fondamentale per interrompere il conflitto e particolarmente colpiti da entrambe le parti: si è inoltre denunciata la miopia degli stati europei che chiudono le frontiere a chi in Russia scappa dall’arruolamento.
Da segnalare gli interventi di approfondimento sull’inefficacia e la pericolosità della guerra per risolvere i conflitti, a maggior ragione in presenza di armamenti nucleari e sull’importanza storica e poco conosciuta delle campagne di resistenza civile nonviolenza in contrapposizione agli eserciti di invasione.
Di particolare arricchimento è stata la recente adesione al presidio della campagna La scuola per la pace, che ha introdotto i temi della formazione alla pace per le giovani generazioni.
Nei vari presidi non si sono dimenticati i conflitti regionali che continuano ad insanguinare il mondo e le altre questioni indissolubilmente legate ad una geopolitica sempre più conflittuale e militarizzata: dalla guerra civile in Congo agli attacchi turchi su Rojava, dal riarmo progressivo alle questioni della giustizia climatica, dalle repressioni dei movimenti civili in Iran alla negazione dei diritti umani fondamentali in Egitto, senza dimenticare il tema fondativo del coordinamento AGiTe, ovvero l’eliminazione degli armamenti nucleari attraverso l’adozione generalizzata del Trattato per la Proibizione della Armi Nucleari (TPAN).
In varie di occasioni, il presidio torinese si è trasformato in evento locale per mobilitazioni nazionali ed internazionali: il 23 luglio in occasione della giornata nazionale di mobilitazione per la Pace ed il 22 ottobre nel corteo per la pace in preparazione della manifestazione nazionale del 5 novembre a Roma. Il 15 ottobre il presidio è stato uno dei punti Torinesi della ventiquattrore internazionale a favore di Julian Assange.
I presenti nei vari presidi si sono fatti la promessa reciproca di continuare a riunirsi tutti i sabati almeno fino alla fine delle ostilità in Ucraina, con la speranza di interrompere al più presto questa serie: prossimo appuntamento sabato 10 dicembre 2022 alle ore 11 in piazza Carignano dove verrà ricordato il caso del giornalista Julian Assange in concomitanza con la giornata mondiale dei diritti umani.