Nella Giornata mondiale dell’ONU dei Diritti Umani, sabato 10 dicembre dalle 15 alle 18.00, il Gruppo FREE ASSANGE Italia manifesterà con un sit-In e festa natalizia* di fronte all’Ambasciata del Regno Unito (Porta Pia, lato Via XX Settembre) per chiedere che venga posta fine alla ingiusta e disumana detenzione di Julian Assange, chiedendo quindi che non venga estradato negli Stati Uniti.
Aderendo inoltre all’iniziativa mondiale #Stand4Truth, daremo vita anche noi alla performance che avrà luogo in numerose piazze di tutto il mondo, riproducendo dal vivo la celebre opera statuaria di Davide Dormino “ Anything to Say?“.
Il luogo dell’iniziativa, l’Ambasciata Britannica, è stato simbolicamente scelto da FREE ASSANGE Italia perché il paese della Magna Charta, il civilissimo Regno Unito, dal 19 giugno del 2012 sta privando Julian Assange della sua libertà e ne sta facendo un prigioniero politico.
Dall’11 aprile 2019, Assange è recluso nel carcere di massima sicurezza di Belmarsh, nei pressi di Londra, senza una condanna, in condizioni durissime (in isolamento totale dentro una cella di 2 metri x 3), in attesa della sua estradizione verso gli Stati Uniti, dove lo attende un processo, che minaccia di condannarlo fino a 175 anni di carcere, solo per aver fatto il suo dovere di editore e di giornalista, pubblicando anche documenti segreti “nell’interesse pubblico.”
Nella giornata in cui in tutto il mondo si celebrano i diritti umani, è importante accendere i riflettori sul caso Assange, sia perché è l’emblema della loro violazione, sia perché la sua reclusione e la minaccia di estradizione rappresentano la negazione di un fondamentale diritto umano: la libertà di stampa che comprende il diritto di un giornalista investigativo di rivelare anche documenti segretati se ciò è nell’interesse pubblico (Corte Suprema degli Stati Uniti, 1971, New York Times vs. United States).
Julian Assange, giornalista e co-fondatore di WikiLeaks, ha donato alle democrazie del mondo rivelazioni scottanti dei crimini perpetrati dai potenti. Questi sono stati veri e propri “regali” alle Democrazie e alle opinioni pubbliche di tutto il mondo. Per questo intenderemo ricordarli come veri e propri doni alle nostre coscienze, all’esercizio della nostra libertà.