Sabato mattina si è tenuta l’iniziativa promossa dalla Rete per l’Emergenza Climatica e Ambientale a due anni dalla sottoscrizione del Patto per il lavoro e il clima tra la Regione Emilia Romagna e numerose realtà associative e istituzionali.
Nella prima parte si è svolta una discussione che ha tratto un bilancio del patto stesso, sottolineando il suo sostanziale fallimento.
I vari interventi che si sono succeduti lo hanno affermato analizzando da diverse visuali le politiche ambientali attuate da 2 anni in qua.
Infatti, si prosegue in una politica che mette al centro la produzione di energia dalle fonti fossili – vedi il rigassificatore di Ravenna – anziché puntare ad un forte incremento delle fonti rinnovabili; si procede con le grandi opere stradali, in aperta contraddizione con un’idea di mobilità basata sul trasporto pubblico e sull’uscita dalla predominanza dei veicoli privati; continuano gli interventi che, in varie modalità, producono forte consumo di suolo; si va avanti nei nei processi di privatizzazione dei fondamentali beni comuni, dall’acqua al ciclo dei rifiuti.
Il dibattito ha fatto emergere da parte degli interlocutori presenti la volontà di rafforzare il processo di convergenza tra diverse realtà sociali che si occupano dei temi ambientali e del lavoro e che condividono un giudizio fortemente critico rispetto alle politiche portate avanti dall’Amministrazione regionale, convergenza che ha consentito la grande partecipazione alla manifestazione di Bologna del 22 ottobre scorso e che si intende rilanciare.
Inoltre, molte sono state le voci che hanno testimoniato la grande diffusione di vertenze sui temi ambientali aperte nei vari territori, da quella per contrastare l’installazione del rigassificatore a Ravenna a quelle che si oppongono alle grandi opere stradali, da quelle contro il ricorso agli inceneritori a quelle che intendono fermare il consumo di suolo, da quelle contro le trivellazioni in Adriatico e nell’entroterra a quelle contro le deforestazioni.
Infine, il dibattito è stato anche l’occasione per rilanciare i
contenuti presenti nelle 4 proposte di legge di iniziativa popolare regionale, promosse da RECA e da Legambiente regionale (acqua-rifiuti, energia, rifiuti, consumo di suolo), su cui sono state raccolte più di 7000 firme e che adesso hanno iniziato l’iter di discussione in Assemblea regionale, approdando alle Commissioni consiliari competenti.
L’iniziativa si è poi conclusa con un presidio in piazza Nettuno (vedi foto) dove i manifestanti hanno espresso nuovamente il giudizio negativo sul patto del lavoro e del clima e dei suoi deludenti risultati e affermato la necessità che si produca una svolta nelle politiche ambientali e del lavoro nella regione.
Ciò è avvenuto anche anche attraverso un flash mob a cui hanno partecipato attiviste e attivisti di Extinction Rebellion Bologna, Faenza Ecologica, TerraBlu, campagna Per il Clima Fuori dal Fossile, in cui è stato inscenata l’azione di disturbo che Reca ha fatto negli ultimi due anni, la fuga della politica regionale davanti alle sue responsabilità e la rottura di scatole da parte degli attivisti, o meglio del “pacco” ricevuto dai cittadini, culminato con l’offerta di una torta di cattivo compleanno alla Giunta regionale.
#ilpattoèunpacco
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Photo Credit Claudia Laus