Amaro Natale per i familiari delle 10 vittime del Teatro alla Scala, dopo la sentenza assolutoria in Corte d’Appello del 20 dicembre scorso. Medicina Democratica e AIEA, parti civili, in questo e altri processi per morti di amianto, chiedono che si cambi linea e che in particolare per il terzo grado di giudizio, i processi vengano assegnati alle Sezioni Unite della Cassazione
“Quale giustizia per i morti di amianto? Esprimiamo tutta la nostra solidarietà e vicinanza ai familiari dei 10 morti di amianto del Teatro alla Scala, su cui si è abbattuta la sentenza assolutoria del 20 dicembre scorso della Corte d’Appello di Milano, per i quali questo Natale sarà il più amaro di sempre. Ancora una volta esprimiamo tutto il nostro sconcerto e perplessità di fronte alle ennesime e contraddittorie sentenze, di assoluzione o condanna dei responsabili di morti e malati, a seconda del Tribunale o della Sezione di Cassazione che le emette”, ha dichiarato Fulvio Aurora, responsabile dei procedimenti giudiziari di Medicina democratica e AIEA, Associazione Italiana Esposti Amianto.
Il riferimento è in particolare alle ultime tre sentenze in ordine di tempo, quali appunto quella assolutoria per i morti del Teatro alla Scala e quelle di condanna in Cassazione per i morti dell’IlVA di Taranto, 15 dicembre, e del deposito delle motivazioni della condanna a Venezia per i morti della Marina Militare, 16 dicembre: in tutti e tre MD e AIEA si erano costituite parti civili, difese dagli avvocati Laura Mara, per La Scala e La Marina Militare e Stefano Palmisano per l’ILVA di Taranto.
“ Se da un lato esprimiamo la nostra soddisfazione per le giuste sentenze di condanna – ha aggiunto Aurora- chiediamo, però, con urgenza, che si cambi linea, non solo per ridurre i tempi biblici della durata dei processi, ma anche affinché i prossimi procedimenti giudiziari in materia di amianto, che giungono in Cassazione, vengano assegnati alle Sezioni Unite della stessa Cassazione: non è giustificabile né accettabile, che, a parità di condizioni, i processi davanti alla IV sezione della Cassazione si concludano sistematicamente con l’assoluzione dei responsabili, mentre i pochi che giungono davanti alla III Sezione si concludano con sentenze di condanna, come nel caso dell’ILVA di Taranto. Chiediamo che venga fatta finalmente giustizia, con giuste condanne dei responsabili da un lato e con l’equo risarcimento delle vittime e i loro famigliari dall’altro.” MD e AIEA, con l’aiuto di altri organismi scientifici, pubblicheranno a breve un dossier per approfondire le ragioni di questa proposta di giustizia.
MD e AIEA sono impegnate come parti civili in decine di procedimenti giudiziari da Nord a Sud del nostro Paese, alcuni in corso anche da decenni: una battaglia senza respiro per rendere evidenti i drammatici effetti in termini di malattia, morte e disastri ambientali provocati dalle micidiali fibre di amianto. MD e AIEA chiedono che il governo e tutte le istituzioni promuovano un Piano Nazionale Pperativo e che si proceda alla bonifica dei siti dove l’amianto è tuttora presente, per evitare che altri morti e malati si aggiungano alle decine di migliaia fino ad oggi.