Dopo l’udienza che si è tenuta a Palermo venerdì 2 dicembre, nell’ambito del processo che vede imputato l’ex Ministro dell’Interno, oggi Ministro delle Infrastrutture e Trasporti Matteo Salvini, accusato di plurimi sequestri di persona e rifiuto di atti d’ufficio, abbiamo ascoltato con stupore e preoccupazione una serie di dichiarazioni, nelle quali si parla di “prove nascoste” al Parlamento e di una presunta “informativa” definita “fantasma” che avrebbe riguardato l’operato della nostra imbarcazione.
Tutto questo in riferimento a un video girato dal sottomarino della Marina Militare Venuti, presente al momento del primo soccorso operato dalla Open Arms il 1° agosto del 2019, il cui equipaggio, non è chiaro a che titolo o su incarico di chi, anziché soccorrere o quantomeno diramare un’allerta per un’imbarcazione evidentemente in pericolo, si è limitato a filmare il lavoro fatto dai nostri soccorritori. Valuteremo, a tal proposito, se richiedere all’Autorità Giudiziaria di procedere in relazione a tale omissione di soccorso.
Inoltre, nel processo si è fatto riferimento a un file audio che riporterebbe conversazioni in lingua spagnola intervenute tra un membro del nostro equipaggio e una terza persona non meglio identificata.
Il video a cui si fa riferimento è già agli atti e dimostra con evidenza che l’imbarcazione da noi soccorsa si trovava in condizioni di instabilità e di sovraffollamento, come evidenziato dai consulenti della Procura di Agrigento e come si vede bene anche dal video, girato nella stessa occasione dalla giornalista della TVE spagnola a bordo della nave Open Arms, che chiederemo di acquisire agli atti.
I file audio invece devono essere ancora acquisiti e tradotti dal perito nominato dal Tribunale: peraltro appare bizzarro e inverosimile che un trafficante libico si esprima in lingua spagnola.
Ricordiamo che l’unico imputato in questo processo è il Ministro Salvini.
Open Arms, parte civile nel processo, ha sempre agito nel rispetto del Diritto Internazionale e della Legge del Mare. Andremo avanti consapevoli che il nostro impegno umanitario sarà un giorno utile a chi dovrà giudicare la Storia di questi ultimi anni per restituire la giusta dignità alle sue vittime.