Come ogni anno si è svolta la marcia per ricordare la data della “liberazione di Venaus” del 2005
Il corteo è partito dalla piazza del mercato di Bussoleno per dirigersi lungo la ss.25 alla volta del cantiere dell’autoporto di S. Didero.
Hanno aderito:
– movimento studentesco
– Fridays For Future
– Fronte della Gioventù Comunista
– Unione Popolare
– Movimento 4 Ottobre
– Sinistra Anticapitalista
– USB
– Federazione Anarchica Italiana
Alcuni stralci salienti del discorso al microfono alla apertura della manifestazione Dana Lauriola:
Una lunga strada è stata percorsa da quel lontano 2005, quando in tantissimi ci riprendemmo il cantiere di Venaus. Ricordiamo con emozione e commozione quelle giornate a seguito dello sgombero. Ricordiamo una marcia di popolo, nevicava, ricordiamo la determinazione di un popolo, quello del Valle di Susa, che era stata offesa, denigrata da uno stato che voleva imporre un’opera con la forza e la violenza.
Per noi l’8 dicembre è la data dell’orgoglio NoTav, per ravvivare una promessa che ci siamo fatti 17 anni fa su queste montage: che ci saremo stati e ci saremo fino all’ultimo momento. In questi anni abbiamo dovuto stringere i denti, ma grazie a noi neanche un centimetro dei due tunnel dove dovrebbe passare il “grande trano” sono stati costruiti.
Quest’opera continua a procedere al rallentatore, più nessuno ci crede, ma come si sa ormai è un vessillo per questo Stato.
Noi sappiamo bene cosa va avanti in questa valle: una militarizzazione costante e crescente, la distruzione di un ecosistema fragile, quello montano, che ha visto a S. Didero e ancora di più in Val Clarea, cedere il passo a colate di cemento.
Il Movimento NoTav torna sempre di più nell’ambiente, nella terra che vorremmo proteggere, in cui vorremmo vivere nel futuro che vorremmo per noi e per i nostri figli.
Sappiamo che la lotta sarà ancora lunga, ancora dura, ma sempre ai nostri posti ci troverete.
Una volta giunto a S. Didero, il corteo si è diretto attraverso i campi verso il confine ovest del cantiere per la “battitura”, ovvero il ritmico battere sulle reti a protezione del cantiere in segno di protesta. Le forze dell’ordine hanno dapprima risposto con l’idrante, poi con un ingente lancio di lacrimogeni. Una nebbia irrespirabile ha avvolto i campi ad ovest del cantiere dell’autoporto.
Per rifocillare i manifestanti Fornelli in Lotta ha cucinato un’ottima, e soprattutto calda, vista la temperatura al calar del sole, zuppa di legumi.