Per difendere gli interessi dell’industria dei combustibili fossili e gli altri obiettivi dell’agenda liberale di destra (deregolamentazione, limitato potere dei governi, tasse ridotte per i ricchi, libero scambio e globalizzazione), i miliardari e multimilionari di estrema destra, il cosiddetto “1%” o meglio 0,01%, tengono in piedi e perfezionano da trent’anni un’enorme rete di “think tanks” e gruppi mediatici, al fine di distorcere e manipolare l’opinione pubblica.
Parte 7 della serie in 10 parti “La lotta per reclamare il nostro pianeta Terra”.
Iniziamo con un quadro d’insieme su chi influenza i media e sul mancante equilibrio tra centro, destra e sinistra. Il giornalista e ricercatore di hashtag Jonathan Albright, professore all’Università di Giornalismo Columbia di New York, ha valutato decine di migliaia di hyperlinks che compaiono nei media mainstream e nei social media. Il suo diagramma “semplificato” mostra le fonti politicamente di sinistra in blu e quelle orientate a destra in rosso. Maggiore è il numero di link che rimanda a una pagina, tanto più grande viene raffigurato il cerchio (1).
E’ chiaro in maniera scioccante che la destra politica domina l’intero panorama dei media.
Questo studio non dice nulla sulle possibili tendenze politiche nei consigli di amministrazione o nelle redazioni delle aziende, ma mostra solo quanto un sito viene utilizzato, o si lascia utilizzare dall’esterno tramite hyperlinks.
Il centro del diagramma corrisponde ai media di centro, il sito del Senato americano è quello più neutrale al centro, seguito dal Financial Times, change(.)org, il Guardian e Apple come unico tra i giganti IT bene o male neutrale. Un po’ più a sinistra nello spettro troviamo l’Huffington Post, Mother Jones, The Atlantic e, in modo più evidente, il New York Times e Washington Post.
Nella zona rossa tendono a influenze di destra la BBC, l’Independent, il Washington Times di Murdoch, Amazon e Politico. E mentre non ci stupisce che Fox news e Breitbart siano di estrema destra (2), si nota che anche Youtube, Google e addirittura Wikipedia a causa del suo immenso pubblico siano di gran valore per la destra estrema.
Facebook ad esempio viene continuamente criticato per essere una cassa di risonanza di destra; la top 10 delle sue pagine più visitate è sempre dominata da pubblicazioni e personalità di destra ed estrema destra (3). Le pagine di estrema destra che violano chiaramente le regole di Facebook ricevono un trattamento speciale e di regola non vengono sanzionate (4). L’azienda si difende dichiarando che quelli di destra sarebbero semplicemente migliori nel parlare alle persone a livello emotivo. “Il populismo di destra è sempre più eloquente”, disse un manager di Facebook nel 2020 (5). Purtroppo ha in qualche modo ragione. La destra è effettivamente più brava nel parlare alle persone. I link di destra si diffondono molto più in profondità nella parte sinistra del panorama mediatico, piuttosto che il contrario.
Un esempio vivido di come la destra invade anche piattaforme esplicitamente di sinistra, confondendo le linee politiche tradizionali, è la rivista online britannica Spiked. Come successore di Living Marxism, Spiked appare ancora ai lettori come un forum di ultra-sinistra. Ma sotto la sua copertina rossa, Spiked ha “meno in comune con la sinistra che con la destra fanatica”, come fa notare George Monbiot sul Guardian (6). Spiked è contro lo stato sociale, la regolamentazione, il movimento Occupy e altri anticapitalisti, contro Jeremy Corbyn, persino #MeToo e Black Lives Matter. E’ favorevole al fracking e all’estrazione del carbone, è per la Brexit e inveisce contro “l’allarmismo climatico”: “Dobbiamo conquistare la natura, non piegarci ad essa”. “Rendiamo l’impronta umana ancora più grande” (citato in Monbiot, 2018). Non c’è da stupirsi che Spiked sia fortemente finanziato dalla fondazione di destra Charles Koch (vedi oltre).
Un’altra confusione nel nostro moderno mondo alla rovescia è presentata da RT (Russia Today). RT è comunemente considerata di sinistra a causa dei suoi legami con Mosca. (Ma la Russia contemporanea non è prevalentemente “di sinistra”, NdT). Eppure nel panorama dei media, RT è ancora più radicata a destra rispetto al Daily Telegraph. Ed è stato trovato tra i “dieci editori marginali” responsabili di quasi il 70% delle interazioni degli utenti di Facebook con contenuti che negavano il cambiamento climatico (7).
Il Prof. Albright diagnostica che esiste “una vasta rete di siti di “notizie” dubbie [che] hanno creato un ecosistema di propaganda in tempo reale: essi comprendono macchine per bufale virali in grado di influenzare istantaneamente l’opinione pubblica attraverso “reazioni” di massa a questioni politiche serie e ad eventi di cronaca. Questa rete si attiva a comando per diffondere informazioni false, tendenziose e di natura politica”.
Egli invita alla massima attenzione nei confronti della “rete di influenza che può personalizzare le opinioni e le risposte emotive delle persone e creare una diffusione virale” e della “crescente influenza di questo tipo di micro-targeting comportamentale e di manipolazione emotiva – ovvero psyops guidate dai dati” (grassetto dell’autore) (8).
Gli architetti della rete di manipolazione più ricca al mondo
Non stiamo parlando di piccolezze, ma di una rete operativa globale di proporzioni gigantesche. Uno studio pubblicato nel 2013 sulla rivista Climatic Change ha rilevato che il “contro-movimento al cambiamento climatico” è composto da 91 organizzazioni tra think tank, gruppi di lobby e associazioni industriali) finanziate da 140 fondazioni diverse. Nel periodo dal 2003 al 2010 i finanziamenti sono stati pari a oltre 7 miliardi di dollari, circa 900 milioni di dollari l’anno (9).
Chi sono dunque i “super-diffusori” di disinformazione? Alcuni degli attori principali sono elencati di seguito. Tra i padri fondatori e finanziatori alcuni nomi compaiono in modo ripetitivo. In particolare quelli dei due fratelli miliardari Charles e David Koch (David Koch è morto nel 2019, NdT), attivi nelle energie fossili che hanno costruito questa rete. Possiedono così tante azioni di questo mostro di notizie false, tanto da poterlo chiamare “piovra di Koch” (per saperne di più, si veda la Parte 6).
La nobile élite che si riunisce ogni anno alle “conferenze dei donatori” dei fratelli Koch comprende anche altri miliardari di destra, in particolare Richard Mellon Scaife, Harry e Lynde Bradley e John M. Olin. Negli ultimi anni Robert Mercer è diventato il principale donatore della rete Koch. E’ lui il miliardario che ci ha regalato la Brexit (10) e l’elezione di Trump nel 2016 (11) – in collaborazione con Putin, le fattorie di trollbot russi e l’impero mediatico di Murdoch.
Il magnate dei media Rupert Murdoch (News Corp) (12) non è tanto un finanziatore di questa rete, ma sta facendo il massimo danno al pianeta e al risveglio dell’opinione pubblica che un singolo possa fare. A causa della sua diffusa negazione del cambiamento climatico (13) è stato definito come “l’uomo più pericoloso del mondo” (14). Ma questo è stato detto da qualcuno che evidentemente non ha fatto ricerche sui Mercer e sui Koch.
Un altro nome che sempre si presenta è quello di Rebekah Mercer. È la figlia del miliardario Robert di cui sopra. Gli addetti ai lavori della Casa Bianca la descrivono come la donna più potente nella politica conservatrice. Per esempio, ha guidato il comitato esecutivo del team di transizione di Donald Trump e ha reclutato anche Steve Bannon, direttore e cofondatore dell’influente agenzia di destra di notizie (false) Breitbart News. I Mercer sono coproprietari di Breitbart; Bannon è stato il braccio destro di Robert Mercer nel progetto Brexit (si confronti lo scandalo Facebook/Cambridge Analytica, parte 8). Circuiti su circuiti, collegati tra loro…
Video: Kochland, la storia segreta delle industrie Koch (discorso del giornalista economico Christopher Leonard al Forum di Cambridge)
Fonti primarie e diffusione di dubbi e false informazioni
(Tutte le citazioni vengono dall’edizione inglese di Wikipedia, se non diversamente specificato)
Alcuni dei principali think tank della destra libertaria negli Stati Uniti e nel Regno Unito:
– DonorsTrust (DT), una società “no-profit” esentasse fondata nel 1999 con l’obiettivo di “proteggere le intenzioni [e le identità] di donatori libertari e conservatori”. Attraverso gruppi legati alla famiglia Koch, DT è il principale centro di smistamento segreto di milioni di dollari al “contro- movimento sul cambiamento climatico” e ha anche finanziato le battaglie della destra contro i sindacati e le scuole pubbliche. DT è stato criticato come il “bancomat di fondi neri del movimento conservatore” (15).
– Il Competitive Enterprise Institute (CEI), un think tank di destra, fondamentalista dei mercati, “finanziato per superare la protezione dell’ambiente degli anni ’60, un obiettivo chiave per la diffusione della negazione del cambiamento climatico”. Tra i principali finanziatori figurano i Koch, l’American Petroleum Institute, la Heritage Foundation (vedi sotto), ExxonMobil e altri giganti dei combustibili fossili. Tra gli altri sponsor figurano Amazon, Google, Facebook, Microsoft, Monsanto, Syngenta, GlaxoSmithKline, Pfizer, T-Mobile e Volkswagen.
C’è una famigerata citazione del suo direttore, Myron Ebell: “Il Congresso dovrebbe vietare tutti i finanziamenti per l’Accordo di Parigi sul clima, il Fondo verde per il clima e la sottostante Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici” (16). Ebell è stato persino nominato dal presidente Trump per dirigere l’EPA, Agenzia per la Protezione dell’Ambiente, o meglio per mandarla in malora, con risultati effettivamente disastrosi, ad esempio la legge sul metano (17).
– Il Heartland Institute, uno dei principali think tank che negano il cambiamento climatico, è fortemente finanziato dai fratelli Koch e dai Mercer, con donazioni anche da parte di multinazionali dei combustibili fossili, nonché dai giganti del tabacco, da Microsoft e dalle aziende farmaceutiche che vendono farmaci per le malattie respiratorie causate dal tabacco o dall’inquinamento atmosferico (da combustibili fossili), in particolare la Pfizer (per saperne di più si veda la Parte 9). Heartland ha perso molti dei suoi donatori quando, nel 2012, si è spinto troppo oltre pubblicando cartelloni pubblicitari che paragonavano i “credenti” nell’alterazione climatica causata dall’uomo a noti assassini psicopatici e terroristi (18). Ma Pfizer è rimasta fedele ad Heartland (19).
– L’American Enterprise Institute (AEI), finanziato da ExxonMobil, è uno dei primi dieci think tank con un capitale di 178 milioni di dollari (20). È diventato famoso nel febbraio 2007 quando “ha inviato lettere a scienziati offrendo loro 10mila dollari più spese di viaggio e somme aggiuntive per mettere in dubbio il quarto rapporto di valutazione del Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico (IPCC)”.
– Americans for Prosperity (AFP) [2003], dal 2016 Committee to Unleash Prosperity, è una delle più influenti organizzazioni conservatrici americane. Finanziato dai fratelli Koch, rappresenta il loro più importante gruppo di interesse politico. “L’AFP da sola può oggi rivaleggiare con il Partito Repubblicano per dimensioni, personale e capacità organizzative” e ha spinto il Partito Repubblicano verso destra (21). Inoltre, “l’AFP ha contribuito a trasformare il nascente movimento del Tea Party in una forza politica”. I pochi donatori identificabili di AFP includono l’American Petroleum Institute e…
– la John Willian Pope Foundation [1986], che ha forti connessioni con i fratelli Koch. Questa fondazione supporta anche le tre organizzazioni seguenti:
– Il Cato Institute, co-fondato da Charles Koch nel 1977, ha ospitato la prima conferenza nota di negazione del cambiamento climatico, nel giugno 1991.
– L’American Council on Science and Health (ACSH), che nega il cambiamento climatico e qualsiasi effetto nocivo di DDT, pesticidi, metalli pesanti, fumo o fracking. Altri fondi provengono dai Koch, da Scaife, da numerose aziende del tabacco, del petrolio e del settore alimentare, in particolare ExxonMobil, Coca Cola, Pepsico e Kellogg. Tra i donatori della prim’ora figurano anche Nestlé, Procter & Gamble, Johnson & Johnson e Pfizer.
– La Heritage Foundation è uno dei dieci think tank più influenti, con un patrimonio di 154 milioni di dollari e una spesa annuale di 82 milioni di dollari nel 2013 (22). È finanziata, tra gli altri, dai Scaifes, Mercers, Kochs e ExxonMobil. Ha avuto un’influenza ampia e sproporzionata sull’elezione e sull’amministrazione di Donald Trump: almeno 66 tra i suoi dipendenti e membri hanno ricevuto incarichi nell’amministrazione Trump (23). Jim DeMint, presidente della Heritage Foundation dal 2013 al 2017, è stato “una figura di spicco del Tea Party”. Nel febbraio 2022, la Heritage Foundation ha celebrato la sua grande influenza nell’ombra in occasione della sentenza di un tribunale federale che bloccava un’iniziativa chiave del Presidente Biden in materia di cambiamenti climatici (24). Tra gli amministratori figurano Steve Forbes, presidente e CEO della rivista Forbes, e Rebekah Mercer, direttrice della Mercer Family Foundation.
– Il Breakthrough Institute (BTI) è stato fondato nel 2003 dagli “eco-modernisti” Michael Shellenberger e Ted Nordhaus, che sostengono la crescita economica, l’innovazione tecnologica e lo sviluppo. Il BTI “sembra opporsi a qualsiasi cosa – che si tratti di un prezzo sul carbonio o di incentivi alle energie rinnovabili – che abbia un impatto importante (sulla rigenerazione dell’ecosfera)” (25). L’ecomodernismo è stato criticato perché “va contro tutto ciò che sappiamo sugli ecosistemi” (26), ma, ovviamente, il Wall Street Journal di Rupert Murdoch ama il BTI (27).
– L’Istituto Manhattan. Tra i suoi finanziatori figurano Exxon, il Cato Institute, i Koch, i Mercer, il “capitalista sciacallo” Paul Singer e gli Scaife. Ha fornito al Presidente Trump la falsa affermazione che il Green New Deal sarebbe costato 100.000 miliardi di dollari (28).
– La Fondazione per la Ricerca sull’Economia e l’Ambiente (FREE) promuove il conservatorismo del libero mercato. Offre anche seminari ai giudici federali sulla sua filosofia di destra libertaria; nei tardi anni ’90 si vantava che quasi un terzo della magistratura federale aveva frequentato o desiderato frequentare i suoi seminari.
Queste attività fanno parte di una classe a sé stante, in quanto creano una magistratura ultra-conservatrice che giudica a favore dei combustibili fossili a tempo indeterminato.
– Government Accountability and Oversight (GAO), un think tank di avvocati esperti che prende di mira coloro che indagano sulla ExxonMobil e su altre compagnie petrolifere. Il climatologo Manfred E. Mann li definisce “i cani da assalto” delle aziende produttrici di combustibili fossili. Connessioni con Heartland Institute, Competitive Enterprise Institute, Cato Institute e con l’industria del carbone. I finanziamenti sono tenuti segreti, ma tra i donatori c’è un importante finanziatore di Trump (29).
– La Fondazione Randolph finanzia Americans for Prosperity e il Cato Institute. L’amministratrice principale, Heather Higgins, è anche presidente del seguente forum (finanziato dai Koch)…
– Independent Woman’s Forum, che difende l’ideologia ultraconservatrice del libero mercato con il pretesto della liberazione della donna. Higgins scrive per RealClearPolitics, una piattaforma per lettori di destra moderata finanziata dalla Fondazione Sarah Scaife. Higgins twitta anche le esternazioni del Committee to Unleash Prosperity (30).
– Il Media Research Center (MCR), un importante amplificatore di fake news finanziato dai Mercer, dagli Scaife, dai Koch, da Exxon, DonorsTrust, Fondazione Randolph e altri. Nel novembre 2021 uno studio del “Centro per combattere l’odio digitale” ha rilevato che MCR era tra i “dieci editori marginali” responsabili collettivamente di quasi il 70% delle interazioni degli utenti di Facebook con contenuti che negano la crisi climatica (31). Il principale contributore è Robert Mercer.
– Accuracy in Media (AIM) nega il cambiamento climatico, l’AIDS, gli effetti nocivi del DDT sugli uccelli e si oppone al matrimonio omosessuale. Dal 2009, AIM ha deliberatamente seminato sfiducia nei confronti delle Nazioni Unite, che sostiene stiano “spingendo una conferenza globale per gettare le basi di un governo mondiale, finanziato da tasse globali”. Il principale finanziatore di AIM è la Sarah Scaife Foundation (32), tra gli altri figurano Chevron, Exxon, Getty Oil, Pepsico e Ciba Geigy (33).
– L’Institute of Economic Affairs (IEA) è un think tank di destra e un ente di beneficenza registrato nel Regno Unito associato alla Nuova Destra (34). Tra i suoi finanziatori figurano DonorsTrust, Exxon, BP e l’industria del tabacco. L’IEA ha una visione del mondo neoliberista di destra che nega la distruzione del clima e sostiene la privatizzazione totale, quindi l’abolizione del Servizio Sanitario Nazionale britannico NHS.
– La Global Warming Policy Foundation (GWPF) è il gruppo negazionista sul clima di più alto profilo del Regno Unito e, incredibilmente, un ente di beneficenza registrato. Il suo finanziamento non è trasparente: solo l’1,6% proviene dalle quote associative. Nel 2009, al momento perfetto per la conferenza sul clima di Copenaghen, il fondatore e presidente Nigel Lawson fece un gran clamore sul “Climategate”, lo scandalo architettato che ha coinvolto importanti scienziati del clima. Nel 2011 il GWPF pubblicò “Più di 900 documenti sottoposti a revisione scientifica che sostengono lo scetticismo sull’allarme riscaldamento globale ‘causato dall’uomo’“. Carbon Brief analizzandoli ha scoperto che nove dei primi dieci autori avevano legami con ExxonMobil (35). Nel 2012 il Guardian ha scoperto collegamenti con centrali elettriche a carbone in Polonia (36). Attenzione: si noti che nel 2021 il gruppo si è rinominato in Net Zero Watch (il che è appropriato, dato che Net Zero è un’altra tattica dei giganti fossili per ritardare l’azione sul clima, vedi Parte 3).
Conclusione
La destra politica prevale chiaramente e ha la meglio sull’intero spettro mediatico di sinistra. Domina tutti i flussi mediatici ed è anche abile nello scegliere nomi fuorvianti come “Independent Woman’s Forum” o “Net Zero Watch”. È stato persino dimostrato che il gigante petrolifero Chevron sta sfruttando il movimento Black Lives Matter. (37) Utilizzare abilmente i movimenti per i diritti delle donne, dei lavoratori, contro il razzismo o la disuguaglianza sociale e metterli in contrapposizione all’ambientalismo offre all’estrema destra ulteriori vantaggi tattici: i difensori della terra vengono fatti passare come misogini, razzisti o elitari.
È preoccupante che, durante o dopo la crisi del Covid, molti governi di sinistra di Paesi democratici abbiano concentrato la maggior parte della loro lotta contro le fake news e le teorie cospirative sulla gente che manifesta, cittadini comuni magari scettici sui prodotti farmaceutici o su alcuni interventi governativi o semplicemente sull’aumento del costo della vita. In ogni Paese, i neonazisti (nelle strade e in clandestinità) sono un problema reale che non dovrebbe mai essere sottovalutato. Ma oltre ciò, non dovremmo mai dimenticare che c’è tutta un’altra lega di estremismo di destra: i club elitari di miliardari fondamentalisti del mercato e “libertari” che lavorano continuamente per abolire i governi occidentali e le loro leggi fiscali e ambientali. E per questo orchestrano in parte anche come e contro cosa si manifesta nelle nostre strade (maggiori informazioni nella Parte 8).
Conoscere le dimensioni e il potere di questa rete di estrema destra ci riempie di orrore. Da un punto di vista neutrale si potrebbe quasi dire che la destra ha meritato i suoi continui successi; sembra semplicemente che siano i giocatori migliori. “Vincitori”, come si definiscono loro stessi. Se non fosse che il loro corso globalista di libero scambio e libera appropriazione del pianeta sta per distruggere la possibilità di vivere sulla Terra stessa e quindi portare alla fine della specie umana, forse già alla metà di questo secolo. Ma senza la Terra non ci sono vincitori.
La parte 8 e seguenti saranno pubblicate prossimamente qui su Pressenza.
Le 10 parti della serie “Lotta per la Terra” che verranno pubblicate in italiano su Pressenza:
Parte 1: Le sconcertanti strategie dell’industria dei combustibili fossili
Parte 2: Divide et impera
Parte 3: Il pericoloso inganno di “Netto Zero emissioni entro il 2050″
Parte 4: Petrolio sporco – non si tratta solo di CO2!
Parte 5: I giganti del fossile, il libero commercio e la guerra
Parte 6: Come l’estrema destra domina (non solo) il dibattito sul clima
Parte 7: Le scioccanti dimensioni della rete d’influenza di estrema destra
Parte 8: Crisi climatica, Covid e teorie del complotto
Parte 9: Come le teorie del complotto servono un solo padrone
Parte 10: Il “Grande Reset” e il totalitarismo contro la vera rivoluzione verde
Fonti per la parte 7:
- desmog.com
- sourcewatch.org
- Wikipedia
Traduzione dal tedesco di Diego Guardiani. Revisione di Thomas Schmid