Il servizio di Repubblica si apre con un giornalista con tanto di elmetto e giubbotto antiproiettile con la scritta Press ben visibile come di ordinanza. Ha ottenuto il permesso straordinario di seguire le truppe al fronte. Siamo tra le linee del fronte ucraino di Zaporizhzhia che ha il compito di fermare l’avanzata nemica colpendo le basi e i blindati russi.
La telecamera indugia dapprima sul camion Iveco, orgogliosamente di produzione italiana, e poi si sposta sugli obici Fh70 che “il governo italiano ha donato all’Ucraina”. E qui inizia lo spot vero e proprio con l’intervista al giovane e valoroso artigliere ventiquattrenne comandante della truppa che esalta la potenza di fuoco, la precisione di quello strumento e la sua capacità di colpire fino a più di 30 km di distanza.
Le riprese si soffermano più volte sul momento in cui parte il colpo. Insomma se non si trattasse di uno strumento di morte e se non fossimo su un fronte di guerra, avremmo pensato di trovarci dentro il più macabro dei caroselli possibili.
Ora di quel cannone sappiamo tutto. E lo sanno anche i potenziali acquirenti che ne sono improvvidamente sprovvisti. Non sappiamo se fosse un video realizzato all’interno di un accordo commerciale con la Rheinmetall e la OTO Melara ma di certo tende a persuaderci della generosità del governo italiano e dell’efficienza di quell’arma che anche le massaie di Voghera vorrebbero d’ora in poi nel proprio garage.