Europa Verde del Friuli Venezia Giulia ha fatto “il punto”, la sera di venerdì 9 dicembre al caffè San Marco di Trieste, sui pesanti problemi del nucleare, militare e civile, che coinvolgono l’Euroregione Alpe Adria.
Tiziana Cimolino e Giulia Giorgi di Europa Verde e l ’ecopacifista Alessandro Capuzzo hanno informato i presenti – e le persone collegate in internet – sulle problematiche relative alla centrale di Krško, ai porti militari di Trieste e Koper-Capodistria, alla centrale in progetto a Monfalcone e alle bombe della base di Aviano.
Hanno contributo fattivamente alla presentazione Alfonso Navarra della sezione italiana di ICAN (premio Nobel per la Pace 2017) reduce dalla Conferenza ONU contro le armi nucleari di Vienna, Werner Wintersteiner docente di Educazione alla Pace all’Università di Klagenfurt ed Aurelio Juri ex Sindaco di Capodistria ed europarlamentare sloveno.
Sulla centrale nucleare sloveno-croata di Krško, per il raddoppio della quale alcune forze politiche ed economiche regionali e nazionali spingono l’opinione pubblica, si è parlato del referendum che il nuovo Governo sloveno ha in programma, in similitudine con le due consultazioni referendarie con le quali il popolo italiano ha chiuso la porta a questa energia pericolosa. Basti ricordare i disastri enormi di Chernobyl e Fukushima.
Si è fatta di seguito informazione sui porti nucleari militari di transito, presenti a Trieste e Capodistria e sul relativo rischio di incidenti radioattivi nel Golfo, di atti di terrorismo (come a Dolina nel ’72) o ritorsioni belliche a causa della guerra in Ucraina e delle tensioni nei Balcani. Non a caso la portaerei Truman ha fatto scalo a Trieste mentre un incrociatore statunitense ha preso la fonda in questi giorni a Capodistria. Ambedue le navi sono a propulsione nucleare e possono avere a bordo armi di distruzione di massa.
E’ stato quindi reso noto il progetto di una centrale nucleare “sperimentale” a 130 Mw a tecnologia Westinghouse, prevista a Monfalcone, interpretabile quale sorta di raddoppio della centrale elettrica esistente e tuttora funzionante a carbone, per il blocco causato dalla guerra e le relative sanzioni della riconversione a metano prevista. E’ stata rimarcata la proposta alternativa, promossa dai Verdi, di seguire l’esempio vincente di riconversione ecologica promosso dalla popolazione e accettato da Enel, a Civitavecchia.
E’ stata infine divulgata ai cittadini la sostituzione, che si sta verificando a nostra insaputa proprio in queste settimane, delle bombe nucleari americane B61 “a caduta” storicamente presenti nella base di Aviano, con le costosissime B61-12 teleguidate e a potenza variabile, utilizzabili anche sul campo di battaglia. Sostituzione e che ci rende un sicuro bersaglio di aggressione o rappresaglia nucleare nella situazione di guerra che stiamo vivendo.
Su tutte queste problematiche Europa Verde Friuli Venezia Giulia ha le idee chiare. NO al nucleare per fabbricare energia e NO al nucleare per costruire bombe. Le emergenze belliche vengono insensatamente utilizzate per imporre un tipo di energia pericoloso, costosissimo e fuori controllo, come il passato ci insegna. Alternative non inquinanti esistono e sono alla portata di tutti: eolico, solare, idrogeno verde ed altre.
Le criticità del momento ci impongono una scelta politica decisa, importante e doverosa per il presente e il futuro dei nostri figli; è ora di usare il buon senso e rifiutare la propaganda della lobby nucleare, militare o civile che sia ! Oltre ai progetti alternativi, Europa Verde Friuli Venezia Giulia sostiene la proposta di denuclearizzare il Golfo di Trieste, presentata da pacifisti italiani e sloveni alle Nazioni Unite, praticabile in base al Trattato di Proibizione delle armi nucleari e al Trattato di Pace con l’Italia del 1947.
Il nucleare in Alpe Adria
-