Un articolo lungo, ma necessario. Vi invito a leggerlo fino in fondo.
Con lo splendido gruppo di Medicina Democratica abbiamo lavorato per oltre un anno per unire tutta l’opposizione attorno ad una piattaforma in difesa della sanità pubblica, con l’obiettivo di cacciare Fontana e Moratti. Il primo incontro con tutte le forze di opposizione, quando tra loro non si parlavano, è avvenuto il 4 novembre all’Arci Bellezza a Milano, proprio alla presentazione dei 23 punti sulla sanità pubblica elaborati da “Dico32 – Campagna per il diritto alla Salute”. Ci siamo impegnati allo spasimo per creare contatti, per “mettere insieme.” E ce l’avevamo quasi fatta!
Successivamente, insieme a centinaia di operatori della sanità pubblica che si erano detti disponibili a dare una mano concretamente, abbiamo costruito la rete “Curiamo la Lombardia”. C’era un grande entusiasmo. Per molti e molte era la prima volta che decidevano di buttarsi in politica, in nome della difesa di quel Servizio Sanitario pubblico al quale dedicano la loro vita professionale, e dove hanno operato in questi due anni terribili, nonostante i disastri causati dal governo regionale.
E’ stato un percorso complicatissimo, convincere le colleghe e i colleghi medici, infermieri, operatori socio sanitari, ma anche operatori sociali, educatori, avvocati, insegnanti, professori… che potevano avere fiducia in un percorso che si poneva l’obiettivo di garantire davvero a tutte e a tutti la tutela della salute individuale e collettiva in Lombardia.
Poi arriva il macigno. Ci ritroviamo il direttore sanitario del Galeazzi- Sant’Ambrogio del gruppo S. Donato, uno dei principali gruppi della sanità privata a livello nazionale, come capolista della lista del candidato presidente. Non è una cosa da nulla. Di quel gruppo ci siamo occupati spesso con la trasmissione “37e2” a Radio Popolare. Chiedete ai cittadini quanti di loro si sono trovati cancellati – proprio dalle strutture del gruppo S. Donato, delle quali Pregliasco è direttore sanitario – da un giorno all’altro visite ed esami fissati con il Servizio Sanitario pubblico, ricevendo come unica indicazione quella di riprenotare le visite nel nuovo ospedale del gruppo dove allora erano a disposizione solo visite private. Chiedete cosa ne pensano i parenti delle numerosissime vittime decedute al Pio Albergo Trivulzio-PAT che – insieme a “Felicita” Associazione per i diritti nelle RSA – hanno ascoltato il dott. Pregliasco, nominato il 24 aprile 2020 supervisore scientifico del PAT, difenderne l’operato, fino ad arrivare a dichiarare il 7 maggio, a proposito delle denunce dei familiari: “Credo davvero che sia stata creata una panna montata legata alla comprensibile sofferenza e angoscia dei parenti…”
Il giorno della ufficializzazione della sua candidatura Pregliasco dichiara che a suo parere: “La risposta della sanità lombarda alla pandemia è stata buona….”.
Come diavolo è saltato in mente di candidare un tale personaggio? Abbiamo raccolto centomila firme per chiedere il commissariamento della regione per i disastri che la giunta Fontana ha combinato durante la pandemia!
Questa candidatura ha fatto saltare in aria tutto il nostro lavoro di mesi. Un segnale pessimo. Immediatamente siamo stati sommersi da decine di messaggi di colleghi e colleghe della rete che avevamo costruito: così non ci stiamo più. Candidano un simbolo di quelle scelte che quotidianamente, nel nostro lavoro, mortificano i principi della sanità pubblica.
E’ un errore clamoroso ed inaccettabile, una scelta sbagliata e anche perdente per i danni che fa, riducendo le possibilità di coinvolgere molte e molti che a fatica si stavano avvicinando.
Ai tanti e tante che mi dicono: ma tu candidati comunque, nella coalizione o fuori dalla coalizione, abbiamo bisogno delle tue competenze, rispondo di no. Sono stato parte di un percorso comune che purtroppo è stato contraddetto, in modo improvviso e folle. Un percorso che aveva messo a disposizione di tutti incredibili risorse che potevano rappresentare una grande opportunità per arrivare ai molti e molte che non credono più alla politica. Inoltre, anche sul piano personale, non posso essere candidato a fianco di Pregliasco e di chi sostiene che la Regione Lombardia ha lavorato bene durante la pandemia. Mi spiace.
Io non credo ai salvatori della Patria. E’ stato un percorso collettivo e purtroppo é stato bloccato. Io continuerò con il mio lavoro quotidiano a difesa della sanità pubblica, di denuncia e informazione. Anche da fuori del Consiglio regionale, come ho fatto in tutti questi anni.
Confermo la mia stima per molti e molte che rimangono impegnati direttamente nella campagna elettorale, dentro o fuori dalla coalizione.
A chi sarà coinvolto in prima persona nella campagna elettorale contro Fontana e Moratti, continuerò a mettere disposizione tutte le informazioni, denunce, ricerche e indagini fatte in questi anni da tutte le nostre reti.