Dopo più di un anno senza parlamento, il 17 dicembre in Tunisia si sono tenute le elezioni legislative per un nuovo parlamento rappresentativo.
Queste elezioni hanno preso forma in un contesto senza precedenti a causa della decisione del presidente tunisino di congelare nel 2021 il parlamento eletto nel 2019 e smantellarlo alla fine di quest’anno. Una decisione che è stata accolta in modo negativo dai membri del parlamento smantellato, e positivamente dai sostenitori di Saied.
Il 25 luglio 2021 è stato il punto di svolta che ha portato a questi eventi senza precedenti. La gente è scesa in piazza chiedendo cambiamenti radicali al sistema politico in Tunisia, soprattutto perché il paese è rimasto senza un primo ministro approvato per un certo periodo, e con un deterioramento dell’economia che continuava a peggiorare a causa della pandemia dovuta al COVID-19. Come reazione alle proteste popolari, il presidente tunisino ha annunciato che avrebbe sospeso il parlamento, creato un nuovo governo di ministri indipendenti e presentato una nuova costituzione da votare con un referendum entro l’anno successivo.
Nell’ottobre 2021, Kais Saied ha annunciato il nuovo primo ministro, Najla Bouden, che ha segnato la storia come primo ministro donna in Tunisia e nel mondo arabo. Bouden ha poi comunicato la formazione del suo consiglio dei ministri che coinvolgeva 26 membri, di cui 9 donne.
A fine marzo 2022, Saied ha deciso di dissolvere del tutto il parlamento. Poi, a giugno del 2022, ha presentato la sua nuova costituzione approvata in seguito ad un referendum fatto il 25 luglio, esattamente un anno dopo questi eventi.
La costituzione includeva cambiamenti nel sistema politico che rendevano la Tunisia più presidenziale che parlamentare. Diede anche più poteri al presidente e suggerì la creazione di due camere nel parlamento. La camera bassa è l’Assemblea dei Rappresentanti del Popolo (ARP), i cui membri sono stati votati questo 17 dicembre. La camera alta è l’Assemblea nazionale delle regioni e dei distretti (NARD) che deve ancora essere votata.
Delle nuove modifiche sono state apportate anche alla precedente legge elettorale. Questa volta la gente ha votato per i singoli invece che per i partiti politici, e i rappresentanti eletti avranno 161 seggi invece dei precedenti 217. La sezione sulla parità di genere, che suggeriva di avere il 50% di donne nella lista delle candidate, è stata anche rimossa dalla legge elettorale che ha portato all’approvazione di oltre 1000 candidati e solo 122 di loro sono donne.
I partiti politici più famosi in Tunisia hanno scelto di boicottare queste elezioni e hanno chiesto ai loro aderenti di farlo. Come riportato da Al-Monitor, i partiti politici che hanno boicottato le elezioni sono per lo più quelli che hanno vinto dei seggi nel parlamento precedente, tra cui Ennahda, Cuore della Tunisia, il Partito Libero Destourian, e molti altri. Le nuove elezioni, invece, hanno incluso per lo più figure indipendenti e alcuni partiti politici creati dopo il movimento del 25 luglio.
I risultati delle nuove elezioni parlamentari sono inaspettati poiché i partiti politici più riconosciuti hanno scelto di boicottarlo.
Nota della redazione Italia: Il 17 dicembre solo l’11,2 % dei cittadini si è recato alle urne. I risultati definitivi del primo turno saranno tuttavia pubblicati solo il 19 gennaio. In seguito all’annuncio dei dati sulla bassissima affluenza, i principali partiti hanno chiesto le dimissioni del presidente Kais Saied, invitando a manifestazioni di massa.
Traduzione dall’inglese di Angelica Mengozzo. Revisione di Thomas Schmid.