Sulla base degli elementi a disposizione e in attesa della pubblicazione del testo ufficiale, il provvedimento sembra essere “l’ennesimo attacco alle Ong che effettuano ricerca e soccorso in mare e al diritto di asilo: piuttosto che elaborare misure a garanzia dei diritti, il governo avrebbe scelto ancora di istituzionalizzare il sospetto verso chi riempie un grave vuoto istituzionale”. Così Amnesty International Italia ha commentato l’approvazione del nuovo “decreto immigrazione” da parte del Consiglio dei ministri.
Il decreto indicherebbe le condizioni per cui le attività svolte dalle navi siano ritenute conformi alle convenzioni internazionali e alle norme nazionali. Una posizione di per sé preoccupante, che sembra guardare ancora una volta con sospetto alle operazioni compiute dalle Ong.
Eppure, ricorda Amnesty International Italia, le navi che effettuano ricerca e soccorso in mare si muovono sempre nel rispetto del diritto. È forse per questo che, di tutti i procedimenti a loro carico, nessuno finora è mai arrivato a processo. Ma questo non sembra aver impedito al governo di concentrare risorse e attenzione contro di loro.
In particolare, il decreto disporrebbe una serie di indicazioni che si vanno a delineare come un vero codice di condotta, ufficialmente per regolare l’attività di soccorso in mare: in realtà il rischio è quello di ostacolare le operazioni, ritardando gli sbarchi e violando gli obblighi degli stati. A farne le spese, sottolinea Amnesty International Italia, non sarebbero solo le Ong e i difensori dei diritti umani, ma anche e soprattutto le persone migranti.
Il decreto sembra ancora una volta finalizzato a istituzionalizzare il sospetto, imponendo controlli superflui e restrizioni ingiustificate nei confronti delle Ong di soccorso, piuttosto che indirizzato a farsi carico, finalmente, della responsabilità di garantire i diritti.