Nulla di nuovo sotto il sole, sotto l’arcobaleno verrebbe da dire dato che mi riferisco al simbolo di Unione Popolare, il nuovo partito politico guidato da Luigi De Magistris nato dall’accordo tra lo stesso politico napoletano, il partito della Rifondazione Comunista, Potere al Popolo e un piccolo gruppo di ex parlamentari riunite nell’associazione Manifesta.
Domenica, al The Hive Hotel di Roma si è svolta una “assemblea organizzativa” del nuovo soggetto politico destinata a comporre un “coordinamento provvisorio costituente, composto da 60 persone”. Un’assemblea pubblica ma che, per il breve preavviso ( solo due giorni prima sul sito di Rifondazione, [1] ), aveva tutti i crismi per apparire solo una maniera “partecipata” per adottare provvedimenti già concordati col bilancino in altra ristretta sede.
I “lavori” della mattinata si sono ridotti ad un breve intervento del leader Luigi De Magistris.
L’ex magistrato napoletano non si è fatto mancare l’introduzione autocelebrativa. Ha sottolineato il « con coraggio » con cui si è presentata Unione Popolare alle elezioni politiche, costruendo « una lista nazionale con centinaia di candidati tutte belle persone, il programma che credo sia migliore delle forze che si sono presentate, e raccogliendo degli endorsement internazionali importanti ( Iglesias, Melenchon, Corbyn) ».
Successivamente De Magistris ha condiviso il proprio interrogarsi « su cosa vogliamo fare », parafrasando Lenin che fa tanto Sinistra.
L’obbiettivo di Unione Popolare: andare al governo per fare le cose
Se è condivisibile la sua affermazione « non possiamo buttare a mare una fatica che ognuno di noi si è caricato », lascia perplessi l’aver adombrato che « ognuno di noi [lui ad esempio, NdR] avrebbe potuto fare scelte diverse, pensare ad opportunismi, convenienze, calcoli » [ tipo elemosinare da Conte un posto nelle liste dei 5 Stelle, NdR ] [2]..
Quindi De Magistris ha sostenuto l’evidenza: « abbiamo bisogno di organizzazione. In questa fase costituente, che ci porterà verso febbraio a forma assembleare su più giorni, è utile formare un coordinamento provvisorio costituente dove elaborare il come continuare questo cammino assieme ».
Occorre « costruire dal basso », ha spiegato il capo politico di Unione Popolare usando un altro termine caro alla Sinistra, lui, accusato d’essere un accentratore, un autoritario, un liderista ( vedi programma elettorale di UP fatto scrivere – secondo voci diffuse – dai suoi amici dell’associazione “Paese Reale” e poi di fatto imposto ad Acerbo e Granato ).
Sicuramente un cammino non aperto alle altre frazioni politiche della Sinistra – che infatti ha omesso di citare – ma solo a « reti, associazioni, movimenti, amministratori locali ».
Per il resto, soggetto dotato di modeste doti di tattica politica si è lasciato andare a confessioni, quali l’obiettivo di partecipare al governo del Paese, una volta entrati in Parlamento: « quando vai a governare le cose le puoi fare », ha affermato mostrandosi scarso pure in storia ( governo Prodi II, 2006-2008, con Rifondazione docet ).
Chiaramente un governo da costruire assieme alle altre forze oggi presenti in Parlamento: « con chi relazionarci? Con chi si trova in Parlamento verrà col tempo e cercheremo di capire se ci sono le condizioni per dialogare con altri ». Partito Democratico incluso? Non lo esclude esplicitamente.
De Magistris: Nel 2023 occorre preparare una stagione referendaria
Nel frattempo Unione Popolare deve crescere. « Il 2023 è per noi fondamentale per costruire e connettere le opposizioni nel Paese e preparare un’alternativa », ha chiarito De Magistris nel proprio intervento.
In particolare, si dovranno « creare connessioni forti con le massi popolari ». Per realizzare ciò, l’ex sindaco di Napoli avrebbe escogitato uno stratagemma: « preparare con intelligenza e forza una stagione referendaria ».
Su che temi, tali referendum? E per ottenere cosa?
De Magistris non lo sa.
La campagna referendaria, d’altro canto, sarebbe solo un pretesto per « creare convergenze e unità, e fare delle battaglie che ci danno una grande visibilità ».
Quindi si potrebbero individuare dei temi a piacere, magari tre, così da coprire tutti i campi politici. « Uno potrebbe essere il precariato, il tema della giustizia economica e sociale e del caro vita, un altro dei diritti e delle libertà civili, un altro quella della legge elettorale, che non garantisce democrazia », ha ipotizzato De Magistris senza entusiasmo.
Idee chiarissime, o no?
Se la Sinistra cui riporre speranze è questa, meglio darsi all’Anarchia.
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Fonti e Note:
[1] Rifondazione, 2 dicembre 2022,
[2] Facebook, pagina Potere al Popolo, Diretta intervento De Magistris del 4 dicembre.