Con sentenza datata 24 novembre 2022, il Consiglio di Stato ha dichiarato incostituzionale la proroga dell’obbligo vaccinale per i sanitari. Il Consiglio di Stato è la più alta istituzione giuridica della Grecia, nonché Tribunale amministrativo supremo e si occupa di valutare gli atti dello Stato.

La pronuncia arriva grazie al ricorso del Comitato Esecutivo di POEDIN, la Federazione Panellenica dei Lavoratori Ospedalieri Pubblici. Questi, rivoltesi alla corte a ottobre, chiedevano il reintegro dei sanitari sospesi e il pagamento del 50% della retribuzione per il periodo di sospensione. Dopo quasi un mese di attesa è arrivata la sentenza 2332/2022[1], che ha dato ragione a POEDIN e dichiarato l’obbligo illegittimo.

Nello specifico la dichiarazione del Consiglio riguarda la proroga dell’obbligo vaccinale per gli operatori sanitari, in vigore appunto fino al 31 dicembre 2022, che è risultata immotivata.

Secondo il testo della decisione pubblicato giovedì sul sito dell’Alta Corte la vaccinazione obbligatoria di alcune categorie di lavoratori è costituzionale, ma ci sono limitazioni a questa costituzionalità riconosciuta. A far valere l’incostituzionalità dell’obbligatorietà vaccinale per i sanitari è stato il “principio di proporzionalità”, che prescrive l’adeguatezza dei mezzi al fine: “Come è stato precedentemente accettato dal Consiglio di Stato attraverso una serie di decisioni, le misure che vengono attuate per la protezione della salute pubblica contro il coronavirus COVID-19, inclusa la vaccinazione obbligatoria per alcune categorie di lavoratori (…) possono effettivamente costituire un intervento serio nell’esercizio dei diritti umani fondamentali, quali il libero sviluppo della propria personalità, la libertà di movimento e la propria privacy, ma è comunque considerato un intervento costituzionale se, tra l’altro, tali misure sono applicate rigorosamente per il periodo necessario di tempo e, in ogni caso, fino a quando non saranno sviluppate soluzioni per rispondere alla pandemia. La gravità e la durata di queste misure, a causa della loro natura temporanea, devono essere riesaminate periodicamente dalle autorità statali competenti sulla base dei dati epidemiologici in corso e di risultati scientifici credibili”.

Secondo il “principio di proporzionalità” i giudici greci hanno ritenuto la norma incostituzionale e il periodo di sospensione di 8 mesi “esagerato”: “Un periodo che, per la natura del provvedimento e per le sue conseguenze, eccede nettamente il ragionevole – si legge nella sentenza – senza peraltro essere stato rivalutato, sulla base dei dati scientifici ed epidemiologici attuali in quel momento sul valore, l’efficacia e le conseguenze dei vaccini contro il coronavirus e il decorso e l’evoluzione della pandemia”.

Il Consiglio di Stato, nella sua decisione, ha affermato che lo Stato greco non ha fatto tutto questo nel caso degli operatori sanitari sospesi: “Nel caso specifico, quando le decisioni in questione sono state pubblicizzate (31 marzo 2022 e 14 aprile 2022), era trascorso un periodo di tempo di oltre otto mesi dall’attuazione del mandato vaccinale per gli operatori sanitari. (…) Si tratta di un lasso di tempo che, per la natura del presente provvedimento e delle sue conseguenze, eccede nettamente una durata ragionevole, senza un riesame del provvedimento sulla base di dati scientifici ed epidemiologici aggiornati, il valore, l’efficacia e le conseguenze dei vaccini contro il coronavirus, o le tendenze pandemiche in corso, che si sono verificate”.

Sicuramente una sentenza storica che POEDIN pretende venga il più presto concretizzata nelle azioni di governo. Il Ministro della Sanità Thanos Plevris in occasione della decisione del Consiglio ha dichiarato: “Con l’ultima sentenza vengono sollevate questioni di costituzionalità in merito alla proroga del provvedimento. Si attende la pubblicazione della decisione per valutarla integralmente. Assicuriamo ai cittadini che saranno prese tutte le misure necessarie per garantire che la salute pubblica non sia messa in pericolo dall’attuazione della decisione”.

Non si parla quindi di revoca delle sospensioni né dell’auspicato risarcimento del 50%, ma di salute pubblica. Come se riportare medici e infermieri al lavoro non vaccinati rappresentasse un rischio per gli altri. Gli operatori sanitari greci non vaccinati sono stati sospesi senza retribuzione dal 1° settembre 2021 e ora con la sentenza dell’Alta Corte greca che annulla l’obbligo vaccinale, potranno tornare in corsia.

La decisione del Consiglio ha inoltre annullato il procedimento di assunzione avviato dal Ministero della Sanità greco il 14 aprile 2022, sulla base della legge 4825/2021, per nuovo personale medico con contratto a tempo determinato in sostituzione dei lavoratori sospesi. Nello specifico, la decisione del tribunale contesta l’estensione del mandato sui vaccini da parte del governo greco, entrata in vigore il 1° aprile 2022 e che doveva rimanere in vigore fino al 31 dicembre 2022.

La decisione apre la strada a quei lavoratori che sono stati sospesi per tornare al lavoro, anche se resta da vedere se il governo greco la rispetterà, o troverà qualche mezzo per sfidarla o aggirarla.

La proroga imposta dal Ministero della Sanità era quindi incostituzionale secondo gli stessi principi, ha affermato il Consiglio di Stato: “Non risulta su quali precisi dati scientifici sia stata presa la decisione di spostare la data del riesame al 31 dicembre 2022, ovvero un lasso di tempo ancora una volta superiore a quello ragionevole, se si considera che erano passati nove mesi dall’approvazione della legge 4917/2022 (che ha prorogato il mandato)”. Il Consiglio di Stato non solo ha rilevato che non è avvenuto alcun riesame del mandato, ma che i dati allora disponibili non lo avrebbero giustificato: “Nessuna prova [nella documentazione fornita alla corte dal Ministero della Sanità] indica che si sia verificata una tale valutazione e valutazione formativa… in ogni caso, le prove fornite alla corte non giustificano l’estensione dei mandati di vaccinazione”. La decisione del Consiglio di Stato significa che, una volta che la decisione finale sarà pubblicata dal tribunale, gli operatori sanitari sospesi avranno l’opportunità di essere reintegrati nelle loro posizioni se ne faranno domanda.

L’Associazione degli Operatori Sanitari per la Democrazia e la Libertà (SYDE), una delle principali organizzazioni che ha coordinato le azioni degli operatori sanitari sospesi dal settembre 2021, ha emesso un comunicato stampa a seguito della decisione del Consiglio di Stato, collegando la sospensione dei sanitari non vaccinati a sfide più ampie affrontate dal sistema sanitario nazionale greco, compresi gli sforzi dell’attuale governo per privatizzarlo.

https://childrenshealthdefense.eu/uncategorized/suspended-unvaccinated-greek-medical-workers-launch-new-hunger-strike/

https://childrenshealthdefense.eu/eu-issues/greek-high-court-overturns-vaccine-requirement-for-health-workers/

[1] https://www.naftemporiki.gr/society/1407038/ste-antisyntagmatiki-i-paratasi-ypochreotikoy-emvoliasmoy-ton-ygeionomikon-eos-to-telos-toy-chronoy/