Duro sciopero della fame in carcere degli anarchici Alfredo Cospito e Anna Beniamino contro il 41 bis: “si dichiara una strage aggravata di fronte a un attentato dimostrativo che non voleva fare vittime e non ha scalfito una sola vittima”. Così si sintetizza nel sommario dell’articolo La vicenda di Alfredo Cospito. Quando la giustizia è smisurata e si compiace di esserlo, pubblicato da Adriano Sofri nella sua rubrica PICCOLA POSTA (IL FOGLIO).
Riassume Sofri: « Cospito è stato condannato ad altri venti anni di carcere nei due gradi di giudizio. Fino a che, nello scorso luglio, la Cassazione ha giocato al rialzo estremo, trasformando il reato in quello di “strage contro la personalità interna dello stato”, e nella pena corrispondente, la pena senza scampo: l’ergastolo “ostativo”, che esclude in perpetuo ogni possibile attenuazione ».
Sofri precisa di non provare nemmeno a fare alcun commento sul “caso Cospito” tanta è la smisuratezza giudiziaria: « La giustizia è smisurata e si compiace di esserlo, i suoi amministratori hanno nomi e cognomi ma non li indossano, bastano le uniformi, sono esseri smisurati per irrazionalità e cattiveria. Il cielo li protegga. Hanno chiamato la loro indagine “Scripta manent”. I romani sapevano che Deus dementat quos perdere vult. Traduzione, aggiustata: Dio toglie il senno a coloro che muoiono dalla voglia di mandare in rovina il proprio prossimo».