A un anno dal colpo di stato dell’ottobre 2021 il popolo sudanese rafforza le mobilitazioni e il governo risponde con la repressione e con il blocco di internet per impedire le comunicazioni.
Ad oggi nelle mobilitazioni nove persone hanno perso la vita ed è stato denunciato l’arresto dell’attivista Fati Yaya. Inoltre è stato confermato il blocco dell’accesso a internet da parte del governo. Secondo NetBlocks, «l’evento avviene nel bel mezzo della discesa in strada dei manifestanti, che richiedono un governo civile in opposizione alla giunta militare che ha preso il potere nel golpe dell’ottobre 2021», poi ha aggiunto che i dati della rete mostrano che le restrizioni colpiscono «molteplici provider di internet per la telefonia mobile e fissa, compreso l’operatore statale Sudatel». Secondo questa stessa organizzazione sono numerosi i meccanismi di tacitamento e repressione che vengono utilizzati.
Mentre le Nazioni Unite chiedono una soluzione pacifica, il governo sudanese ha “attirato l’attenzione” dell’inviato dell’ONU Volker Perthes per il suo invito alle forze dell’ordine a rispettare la libertà di espressione e di riunione e ad evitare l’uso della forza.
L’attuale governo del Sudan si è instaurato a seguito di un accordo tra la giunta militare che si è insediata dopo il colpo di stato del 2019, i partiti di opposizione e le organizzazioni civili. Al momento, la situazione non sembra offrire vie d’uscita, anche se è noto che si stanno già svolgendo i primi dialoghi e riavvicinamenti nel tentativo di fermare l’escalation di violenza, mentre le iniziative auto-organizzate stanno sfidando il potere dei partiti tradizionali.
Traduzione dallo spagnolo di Mariasole Cailotto, revisione di Matilde Mirabella