L’avvocata per i diritti civili Nataša Pirc Musar è la nuova presidente della repubblica della Slovenia.
Con il 54% delle preferenze tra gli 888.160 votanti (poco più del 50% di affluenza), Pirc Musar batte l’uomo di Janša, l’ex ministro degli esteri Anže Logar, dopo aver superato al primo turno l’eurodeputato socialdemocratico Milan Brglez.
Logar ha recuperato qualche voto a destra, che non è bastato, mentre Pirc Musar, che si è presentata come indipendente e con un programma centrista, è riuscita a catalizzare le preferenze del centro e della sinistra, ottenendo il sostegno della coalizione di governo formata dal Movimento Libertà del premier Golob, socialdemocratici, e sinistra.
La sua vittoria dovrebbe rassicurare la maggioranza, anche in vista delle prossime elezioni amministrative del 20 novembre e 4 dicembre.
La prima donna a capo dello stato sloveno
Pirc Musar è la prima donna ad essere eletta alla più alta carica dello stato dall’indipendenza nel 1991.
Avvocata, giornalista e mezzobusto dei TG sloveni, Pirc Musar ha ottenuto un dottorato a Vienna su privacy e libertà d’informazione, tema su cui ha in seguito pubblicato vari libri.
Per un decennio è stata Garante per l’accesso all’informazione (2004-2014), incluso in sede europea, ed ha presieduto la Croce Rossa slovena nel 2015-2016.
Ha quindi aperto uno studio legale, Pirc Musar & Lemut Strle, che ha rappresentato tra gli altri Melania Trump, l’ambasciatore sloveno negli USA Stanislav Vidovič, e il partito socialdemocratico.
54 anni, di Lubiana, sposata con l’investitore Aleš Musar, Nataša Pirc Musar ha corso per la presidenza come esponente della società civile.
Nominata più volte tra gli avvocati più influenti del paese, Pirc Musar ha preso le difese dello stato di diritto e ha criticato le misure anti-COVID stabilite del governo Janša.
A giugno ha annunciato la propria candidatura alla presidenza come indipendente, appoggiata dagli ex presidenti Milan Kučan e Danilo Türk, oltre che dal Partito Pirata e dai Giovani Verdi.
Le sua possibilità sono cresciute con il ritiro della prima candidata filogovernativa, l’ex diplomatica Marta Kos, rimpiazzata da Brglez.
L’eredita di Pahor
Pirc Musar dovrà ora raccogliere l’eredità politica del presidente uscente Borut Pahor, l’unico assieme al primo presidente della Slovenia indipendente Milan Kučan ad essere rieletto per un secondo mandato.
Rispetto al profilo incendiario di Janša, Pahor ha rappresentato un punto di riferimento moderato per gli sloveni e i loro partner internazionali nello scorso decennio.
Nelle relazioni italo-slovene, gli ottimi rapporti tra Pahor e Mattarella hanno permesso di lavorare su un percorso di riconciliazione storica.
Dopo che Pahor aveva compiuto lo stesso percorso l’anno precedente, nel luglio 2020, Mattarella e Pahor si sono recati insieme a Basovizza, dove hanno visitato tanto la foiba quanto il monumento ai quattro antifascisti sloveni fucilati dai fascisti nel 1930.
Lo stesso mese è stata portata a buon fine la restituzione della ristrutturata Casa del popolo (Narodni Dom) di Trieste alla minoranza slovena in Italia, nel centenario del suo incendio di matrice fascista.
Nelle sue competenze di politica estera, Pahor si è inoltre speso per sostenere l’integrazione europea dei Balcani occidentali – incluso lo status di paese candidato per la Bosnia Erzegovina – da ultimo nell’incontro di fine settembre con il presidente francese Macron.