I caccia turchi hanno continuato i bombardamenti sul nord della Siria e dell’Iraq, per il secondo giorno consecutivo.
Nel Rojava, la zona autonoma curda in Siria, sarebbero stati uccisi 31 persone, in maggioranza civili, secondo l’Osservatorio siriano.
L’esercito di Damasco ha comunicato che un soldato ha perso la vita in uno dei raids di Ankara.
Il governo di Erbil, nel Kurdistan iracheno autonomo, ha affermato che i bombardamenti turchi hanno colpito 8 località della zona abitata da yazidi.
In risposta ai raids, le unità delle Forze democratiche siriane hanno colpito con l’artiglieria le caserme dell’esercito in territorio turco di confine.
Il ministro della guerra di Ankara ha informato che è stato ucciso un soldato e feriti altri 8.
La violazione, da parte di Erdogan, della sovranità di Siria ed Iraq e l’uccisione di civili e combattenti per la libertà e contro l’oscurantismo islamista sono affrontati con impotenti comunicati da parte di Baghdad e Damasco e dal silenzio assordante delle cancellerie internazionali, USA, Nato e UE, prima di tutto.
È stata lasciata mano libera all’esecuzione del criminale piano di sostituzione etnica nel nord della Siria, dove Erdogan intende cacciare un milione di profughi siriani attualmente rifugiati in Turchia.
Nel Parlamento Europeo, diverse voci ieri hanno espresso il loro no alla violazione delle leggi internazionali da parte di Erdogan.
Deputati del gruppo delle Sinistra Europea, dei Verdi e del gruppo Democratico e Socialista hanno preso la parola per chiedere la condanna dell’aggressione turca e di fermare la mano di Erdogan.