Sabato 12 novembre alle 15:30 nella Galleria di Piazza del Duomo, crocevia di turisti, si è svolto un flash-mob per richiamare l’attenzione sulla condizione delle persone senza fissa dimora. L’iniziativa, organizzata dall’Associazione Naga insieme all’unità di strada “Drago verde” dell’APS Mutuo Soccorso, ha l’intento di richiamare il Comune di Milano alle sue responsabilità ora che le temperature scendono e si attende la partenza del “Piano freddo”.
Vengono mostrati cartelli che illustrano dati e realtà allarmanti, con testimonianze e situazioni personali, come quella di Renato, 43 anni, diabetico, cardiopatico, con 4 bypass e un’ischemia, che dorme in strada da 27 anni, per lui non c’è un letto. Un altro cartello dice: “Abbiamo freddo e spesso non riusciamo a scaldarci, nemmeno con tutte le coperte che vedete. Se ci ammaliamo e ci servono medicine, dobbiamo fare i conti con una lunga trafila burocratica, a tratti incomprensibile. Molti di noi non parlano nemmeno l’italiano, come possiamo sperare di cavarcela?”.
E ancora: “Dal 2020 chiediamo bagni chimici pubblici sparsi sul territorio milanese, ma per il Comune di Milano è un problema di decoro”. “Su 10 persone cadute in povertà durante la pandemia, 4 non si sono ancora risollevate, un terzo sono donne sole con figli a carico”.
Alle 16.30 ci si muove lungo la Galleria e poi si tiene una conferenza stampa in Piazza della Scala, sotto Palazzo Marino, con l’adesione di varie realtà, fra le quali Naga, Mutuo Soccorso Milano, Lambretta, Drago Verde, Collettivo Zam, Rete Mai più Lager – No ai CPR e Ci Siamo.
“Assieme a tante altre realtà politiche e associative non possiamo più accettare le condizioni in cui versano nella nostra città, spesso autodefinitasi capitale dell’accoglienza, persone senza fissa dimora, migranti transitanti e indigenti di ogni genere.
Abbiamo elaborato proposte serie e concrete per superare queste situazioni che chi amministra la città ha il dovere di ascoltare.
L’emergenza povertà è di moda solo a Natale. Ma quale emergenza? Con l’arrivo dell’inverno, la risoluzione unicamente emergenziale delle problematiche maschera le criticità strutturali delle condizioni in cui vivono le persone senza tetto e l’inefficienza delle risposte del Comune. Si produce dunque un sistema incapace di portare avanti progettualità che siano efficaci a lungo termine e che accompagnino le persone in un processo di cura e reinserimento sociale.
Di conseguenza, la carenza degli interventi delle strutture sovraccarica fortemente le Associazioni e gli Enti del Terzo Settore, assegnando loro la responsabilità di sopperire alle mancanze comunali. Il Comune di Milano propone ogni anno un piano freddo, ma le misure adottate dalle istituzioni sono insufficienti. Migliaia di persone rischiano così la vita in strada”.
Eppure l’articolo 25 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani afferma: “Ogni individuo ha diritto a un tenore di vita sufficiente a garantire la salute e il benessere proprio e della sua famiglia, con particolare riguardo all’alimentazione, al vestiario, all’abitazione, e alle cure mediche e ai servizi sociali necessari; e ha diritto alla sicurezza in caso di disoccupazione, malattia, invalidità, vedovanza, vecchiaia o in altro caso di perdita di mezzi di sussistenza per circostanze indipendenti dalla sua volontà.”