Alaa Abdel Fattah ha informato la famiglia in una lettera consegnata alla madre ieri e scritta lunedì che ha messo fine al suo sciopero della fame e che spiegherà tutto durante la visita mensile di giovedì 17 novembre, domani. Ha chiesto anche di portare una torta per festeggiare il suo compleanno, che cade venerdì 18. C’è un clima di speranza per la sua imminente liberazione. È stato notato un cambio di registro nella stampa del regime. I giornalisti prezzolati che prima non citavano neanche il suo nome, definendolo “il detenuto che dice di seguire lo sciopero della fame”, adesso scrivono di questa lettera accostando al suo nome e cognome la qualifica di “attivista politico”, mai usata prima. Devono aver ricevuto ordini dall’alto, altrimenti non si spiega questa sterzata di 180 gradi.
La repressione in Egitto non cessa un minuto di perseguitare ogni dissenso. Il fondatore del partito “Pane e libertà” (in fase di costituzione), Ziad Abu Fadel, sparito dopo l’arresto la scorsa settimana insieme a un suo amico, è apparso ieri al tribunale per la sicurezza dello Stato con l’accusa di appartenenza a organizzazione terroristica, finanziamento del terrorismo, diffusione di notizie false ed istigazione a comportamenti terroristici. Tutta questa sfilza di accuse per aver camminato per strada insieme a un amico il giorno 11/11, data della fantomatica mobilitazione contro il regime, di fatto mai avvenuta. I due adesso sono in arresto in attesa della conclusione delle indagini.