Il ministro Roberto Calderoli ha consegnato alle Regioni un progetto di legge di attuazione per l’autonomia differenziata che, come ha scritto Massimo Villone, mette il turbo al motore separatista puntando diritto a spezzare l’unità nazionale e a “condannare a morte” il Sud del Paese. La proposta del ministro leghista, ipotizzando una competenza autonoma delle regioni per quanto riguarda il personale sanitario, quello scolastico e quello previdenziale, colpisce al cuore l’unità del Paese. Procedendo inoltre con la proposta di autonomia differenziata in assenza dei cosiddetti Livelli essenziali delle prestazioni– Lep accresce drammaticamente il divario territoriale e affossa definitivamente il Mezzogiorno, già storicamente penalizzato. Senza conoscere prima quali sono le prestazioni da garantire in maniera equa a tutti i cittadini italiani, dal profondo Nord all’estremo Sud, l’autonomia straccia qualsiasi principio di uguaglianza e di cittadinanza e manomette seriamente il dettato costituzionale.
Qualche regione, come la Campania, si è già mossa per contrastare il progetto leghista, contestandone –per esempio- l’articolo 1, che non riconosce ai principi di unità ed indivisibilità della Repubblica, di cui all’art. 5 della Costituzione, e di eguaglianza sostanziale tra i cittadini, di cui all’art. 3 della Costituzione, la dovuta primazia e sovraordinazione rispetto al riconoscimento di ulteriori forme e condizioni di autonomia alle Regioni, ai sensi dell’articolo 116, terzo comma Costituzione. La regione Campania sottolinea che nel testo non risultano adeguatamente richiamati i principi di solidarietà e di perequazione, di cui all’articolo 119 della Costituzione e ravvisa gravi criticità nel “coinvolgimento dei diversi livelli istituzionali nel procedimento di approvazione dell’intesa“, oltre ad un totale svuotamento del ruolo del Parlamento, prefigurandosi una gestione esclusivamente bilaterale della procedura tra regione interessata e Governo, nonostante il potenziale impatto delle singole intese sugli assetti di interesse delle altre regioni. Infine, la regione Campania ritiene “inaccettabile” il “capovolgimento del rapporto tra definizione dei Lep e autonomia differenziata“.
Le posizioni campane sono condivise anche da altre regioni del centro e del sud del Paese e rappresentano una piattaforma ineludibile da cui partire per contrastare la proposta leghista. Qui la proposta del ministro leghista Roberto Calderoli: Unitamente alla proposta di legge costituzionale di iniziativa popolare contro il progetto di “autonomia differenziata”, messa a punto dal Coordinamento per la Democrazia Costituzionale, presieduto dal professore di Diritto Costituzionale dell’Università di Napoli Federico II, Massimo Villone. Un testo di legge che modificherebbe gli articoli 116 e 117 della Costituzione, che metterebbe un argine all’autonomia differenziata. L’idea è quella di introdurre una clausola di supremazia della legge statale, e di spostare alcune materie di potestà legislativa concorrente “alla potestà esclusiva dello Stato”.
Nel dettaglio, con la modifica dell’articolo 116, si vorrebbe porre un vincolo alla richiesta di autonomia, lasciando la possibilità di concederla solo su alcuni aspetti marginali e limitati, e solo se “giustificata dalla specificità del territorio”. Inoltre, verrebbe esclusa la possibilità di una generica legge quadro in ambito nazionale, che lasci sostanzialmente carta bianca per le intese bilateri Stato-Regioni, con un Parlamento quasi totalmente escluso. Per quanto riguarda invece la potestà legislativa, si interviene sull’articolo 117 della Costituzione, specificando che sanità, istruzione, ed infrastrutture devono restare materie di competenza esclusiva dello Stato. Il Coordinamento per Democrazia Costituzionale organizza la raccolta di firme a sostegno della Proposta di legge con due modalità:
1) firma on-line attraverso una Piattaforma che consentirà la firma attraverso lo SPID (per firmare si può andare al sito del CDC oppure direttamente al link;
2) firma nelle modalità tradizionali su moduli cartacei.
Qui la proposta di legge costituzionale