Lula non è mai piaciuto ai media mainstream occidentali, non tanto per le sue politiche economiche, ma soprattutto per la sua politica estera anti-imperialista propensa da sempre ai negoziati di pace in America Latina, per la sua amicizia con Fidel Castro, con Hugo Chavez, per la sua solidarietà internazionalista a Cuba e al Venezuela e per la sua solidarietà al popolo palestinese e ai Paesi non-allineati e vessati da blocchi economici come l’Iran. Lula non è mai piaciuto fin dall’inizio ai liberal di sinistra “in quanto visto come “rivoluzionario” e sindacalista, nonostante il suo governo sia stato un sincero riformista. Lula non è mai piaciuto agli USA per il suo trascorso di attivista contro la dittatura militare d’estrema destra dei “gorilla” del Piano Condor in Brasile, per la quale è stato in carcere.
In Italia il PD ha esultato per la vittoria di Lula, ma in realtà il PD non ha mai sostenuto Lula, anzi veniva visto come un’estremista di sinistra paragonabile a Chavez, persona che loro hanno sempre definito “dittatore”. Ancora oggi per il PD, dire “chavista” è un insulto, a tal punto da sostenere il golpista venezuelano di destra Guaidò come alternativa al governo bolivariano di Maduro. Come ha dichiarato giustamente Alessandro Di Battista in un video1, svelando l’ipocrisia della politica italiana: “Lo sanno cosa ha fatto il Brasile di Lula nel 2010 per quanto riguarda la causa palestinese? Conoscono il programma Fome Zero? Si ricorda Letta quel che ha fatto Lula insieme a Chavez o quel che Lula dichiarava nel 2012 prima dell’ultima vittoria di Chavez alle elezioni. E, soprattutto, ricordano i dirigenti del PD (quelli che danno dei putiniani a tutti coloro che osano discostarsi dalla narrazione Nato della guerra in Ucraina) quel che Lula disse di Putin e Zelensky nel maggio scorso? Il male della politica italiana è l’ipocrisia.”
Detto ciò, mentre la “sinistra” in Italia rimane un abuso semiotico, in America Latina, con la vittoria di Lula le forze di sinistra tornano a dialogare tra di loro. Lula ha tenuto una serie di colloqui con i leader latinoamericani lunedì, con l’obiettivo di rafforzare i legami e riaffermare le politiche di cooperazione una volta entrato in carica il 1° gennaio.
Il presidente del Venezuela, Nicolás Maduro, ha pubblicato sul suo account Twitter di aver avuto un dialogo telefonico con l’ex capo di stato brasiliano (2003-2010), con il quale ha accettato di riprendere l’agenda di cooperazione binazionale. Lula da Silva “ha inviato i suoi saluti e il suo impegno a tutto il popolo venezuelano. Abbiamo la volontà di lavorare sodo per il rafforzamento dell’America Latina e dei Caraibi e per lo sviluppo economico e sociale dei nostri popoli”, ha espresso in un tweet il leader venezuelano.
Il presidente di Cuba, Miguel Díaz-Canel, da parte sua, ha riferito sul suo account Twitter che domenica sera ha parlato con il vincitore del ballottaggio brasiliano e si è congratulato con lui per la sua vittoria alle urne, poco dopo che i risultati delle elezioni erano stati diffusi.
“Ieri sera, con l’emozione della vittoria, ho parlato con Lula. Gli ho mandato gli abbracci da Raúl (Castro), dal popolo e dal governo cubani, e gli ho detto: ‘La vostra vittoria appartiene al Brasile e all’America Latina e ai Caraibi, all’integrazione e alla pace. Contate sempre su Cuba”, ha detto il presidente dell’isola caraibica.
Anche il presidente del Messico, Andrés Manuel López Obrador, ha pubblicato un tweet in cui annunciava di aver parlato telefonicamente con il futuro sovrano brasiliano. “Ho parlato con un amico, fratello e collega che mi ha chiesto di trasmettere il seguente messaggio: ‘Lula ama il Messico’”, ha detto il capo di Stato messicano, aggiungendo di aver invitato Lula da Silva a recarsi in Messico alla fine di novembre, quando si terrà un Vertice dell’Alleanza del Pacifico, di cui fanno parte anche Cile, Perù e Colombia.
Il vincitore del secondo turno delle elezioni in Brasile ha commentato che dovrebbe rivedere la sua agenda, “perché non so cosa accadrà qui in Brasile. Sarebbe un grande piacere per me visitarvi perché la vostra presidenza è un successo straordinario in Messico. E la tua esperienza può aiutarci molto. Per poter fare meglio di quello che abbiamo già fatto una volta”, ha sottolineato.
Anche il presidente del Cile, Gabriel Boric, ha usato il suo account per comunicare di aver chiamato Lula da Silva per congratularsi con lui per la sua vittoria elettorale.
“Ho appena parlato con Lula da Silva per congratularmi con lui per la sua vittoria alle elezioni. La sua vittoria è una gioia per l’America Latina e per il mondo. Lavoreremo insieme per rafforzare le relazioni tra i nostri paesi e lavoreremo insieme per il benessere dei nostri popoli”, ha affermato su Twitter. “Abbiamo molto da imparare dall’esperienza di Lula e da quella del Brasile negli ultimi decenni. Il suo messaggio di unità è importante di fronte alla polarizzazione. È la strada che seguiremo anche in Cile per costruire più giustizia sociale per tutto il nostro Paese”, ha concluso Boric.
Lula, che assumerà il suo nuovo mandato il 1° gennaio 2023, ha sconfitto il presidente Jair Bolsonaro alle elezioni di questa domenica ed è diventato il candidato che ha ricevuto più voti nella storia del Brasile, ottenendo oltre 60 milioni e 340.000 voti.