Pubblichiamo il comunicato stampa delle Clap – Camere del Lavoro Autonomo e Precario, con il quale si invitano percettori e “non” del reddito di cittadinanza a promuovere una opposizione sociale, non solo in difesa della misura anti povertà, ma per rimuovere anche tutte le condizionalità che sbarrano l’accesso ad un diritto sacrosanto ed escludono ampie fasce di popolazione, sempre più a rischio di essere marginalizzata ai bordi della società.
Tra gli argomenti più dibattuti degli ultimi mesi, il RdC è di nuovo al centro dell’agenda politica, con il governo che si appresta a ridimensionarlo in maniera considerevole, sia dal punto di vista dell’accesso che del mantenimento del beneficio, per trasformarlo definitivamente in una “trappola workfaristica”. Davanti a questo attacco si deve reagire: vogliamo lavorare insieme a tante e tanti altri per la creazione di comitati in difesa del RdC.
Il nuovo governo si appresta a modificare il Reddito di Cittadinanza al fine di limitarne radicalmente l’accesso e il godimento.
In tal senso sono state inequivocabili le parole rilasciate ad alcuni quotidiani dal sottosegretario al Lavoro Durigon: non sarà possibile rifiutare anche una sola proposta di lavoro, pena la revoca del beneficio, l’ammontare della misura calerà drasticamente nel tempo e comunque la durata massima non andrà oltre i due anni e mezzo.
Il RdC, seppur contraddittorio e migliorabile, è stato uno strumento in grado di tenere “a galla” milioni di persone, permettendo loro di non sprofondare nella povertà e nella marginalità assoluta. L’inasprimento dei suoi caratteri di condizionalità, come il vincolo ad accettare qualsiasi proposta purché sia, lo trasformerà definitivamente in strumento di ricatto, costringendo i percettori ad accettare lavori malpagati, precari, dequalificati, lontani dalla residenza, favorendo il part time involontario e il lavoro povero, con grande plauso delle imprese e delle loro associazioni di categoria che potranno veder ulteriormente ingrassare i loro profitti.
Di fronte a tale minaccia dobbiamo organizzarci immediatamente, per difendere il RdC e lottare per la sua estensione, affinché diventi un diritto universale e incondizionato, necessario per sottrarsi allo sfruttamento e alla povertà, da affiancarsi a una auspicabile introduzione di un salario minimo legale.
Proponiamo di costruire dei Comitati a difesa del Reddito che siano strumenti di supporto per i percettori, per chi è stato escluso della misura o rischia di esserlo, per chi pensa che la platea dei percettori andrebbe estesa e non ristretta, mettendo a disposizione competenze e informazioni per costruire vertenze e spazi pubblici di discussione e confronto.