Buon successo di pubblico – circa una cinquantina di persone nonostante la giornata di sabato – alla manifestazione di Trapani dove, partendo dalla condizione di prigionia di Julian Assange, un’icona del giornalismo d’inchiesta, si è discusso e dibattuto di libertà d’espressione e di indipendenza dell’informazione.
« Quando facciamo riferimento alla vicenda Assange e a WikiLeaks – ha spiegato infatti nel proprio intervento Debora Oddo, responsabile del Gruppo Amnesty di Trapani che ha aderito all’evento -, appare chiaro che in realtà stiamo parlando dei temi cruciali della nostra civiltà: della democrazia, del potere, della libertà di informazione, della libertà tout court, del nostro presente, del nostro passato e soprattutto del nostro futuro di uomini e donne liberi ».
« Processare Julian Assange per la diffusione dei crimini commessi dagli USA in Iraq – ha insistito Debora Oddo – potrebbe avere un effetto dissuasivo sul diritto alla libertà di espressione, spingendo i giornalisti all’autocensura per evitare procedimenti giudiziari ».
« Il caso Assange crea un pericoloso precedente: quando dire la verità diventa un crimine, la censura e la tirannia seguiranno inevitabilmente », ha aggiunto.
« Nell’ultimo decennio – ha poi rivelato Natale Salvo di “Sinistra Libertaria”, promotore dell’iniziativa “24 ore per Assange” a Trapani – è apparso un nuovo neologismo che la Treccani si è subito attivata di inserire nella sua famosa enciclopedia: “watchdog journalism”, tradotto letteralmente “giornalismo cane da guardia” ».
Salvo ha poi così proseguito: « si tratta di quella forma di giornalismo che, riporto le parole della Treccani, “svolge una funzione di sorveglianza contro l’illegalità”. La locuzione riprende una sentenza del 2000 della Corte di Giustizia Europea (CEDU): “i giornali sono i “cani da guardia” (watch-dog) della democrazia”. Un’altra sentenza, in questo caso della Corte di Cassazione italiana del 2007, ha ulteriormente ribadito “il ruolo fondamentale nel dibattito democratico svolto dalla libertà di stampa” ».
« Il “cane da guardia” per antonomasia è Julian Assange », ha sostenuto Natale Salvo. Che poi ha aggiunto: « Assange è colui che diffuso, tramite il suo sito Wikileaks, notizie a riguardo le illegali azioni svolte contro civili innocenti in Afganistan e in Iraq. Assange è colui che ha svelato il volto cattivo, disumano, della guerra fatta dagli USA “per esportare la democrazia” ».
« Purtroppo – ha aggiunto ancora Salvo -, qui in Italia la maggioranza dei giornalisti non svolge il compito di “cane da guardia della democrazia e del pluralismo”, per diversi comprensibili motivi, paura di querele per diffamazione, precariato, per sudditanza politica o dagli inserzionisti pubblicitari ».
Il rappresentante di Sinistra Libertaria ha quindi denunciato gli oscuramenti “paternalistici” di giornali quali RT e Sputnik decisi dal governo italiano e le parole del presidente Mattarella, del giornalista Mentana e della direttrice della Rai Maggioni che hanno censurato le voci del dissenso sulla gestione della pandemia.
« I governi autoritari che reprimono le critiche e nascondono le informazioni di interesse pubblico negano ai cittadini il diritto di prendere decisioni informate o di agire su questioni sociali importanti. L’occultamento di informazioni vitali fa sì che i problemi si aggravino e peggiorino, ostacolando il progresso e rendendo molto più difficile trovare una soluzione quando il problema viene finalmente alla luce », ha concluso Debora Oddo.
Tanti gli interventi da parte dei cittadini che han dimostrato il bisogno di spazi di incontro e confronto; bisogno purtroppo volutamente inascoltato dalle amministrazioni comunali: « la cultura civica e la partecipazione fanno paura al potere », commenta ancora Salvo.
Tra gli interventi, quello dell’avvocato Giuseppe Marascia che ha ricordato come sia il Popolo il “sovrano” cui « appartiene il potere » e a cui spetta, pertanto, il diritto di conoscere la verità. « Le immagini inequivocabili di “Collateral Murder” pubblicate da Wikileaks – ha sostenuto Giuseppe – hanno scoperchiato una pentola ».
Gianfranco ha ricordato le “Verità” ufficiali, rivelatesi false, ma riportate da tutti i giornali sulle “presunte armi di distruzioni di massa” che hanno portato alla II guerra del golfo. O la vicenda dell’abbattimento delle “torri gemelle” di New York per le quali sono state censurate le voci su ipotesi alternative al loro abbattimento.
Franco, invece, si è soffermato sulla “verità” dell’informazione che – a suo parere – « è sempre di parte » . Che ha spiegato come « l’obiettività sta solo nell’intelligenza di chi legge ». Antonino, infine, centrando bene l’argomento della serata, ha evidenziato l’importanza del « pluralismo dell’informazione » perché « nessun giornale possiede la verità ma riporta un punto di vista », rilevando, al contrario, i pericoli rappresentati dalla « tendenza al mono pensiero ».