BRASILE. PADRE BOSSI: SRADICARE IL ‘BOLSONARISMO’ NON SARÀ FACILE
IL MISSIONARIO ALLA ‘DIRE’: OTTOBRE SARÀ DIFFICILE E ANGOSCIANTE
Sradicare il “bolsonarismo” non sarà affatto facile e le settimane in vista del ballottaggio del 30 ottobre saranno “difficili” e, di più, “angoscianti”: così all’agenzia Dire padre Dario Bossi, missionario italiano da oltre 15 anni in Brasile, sui risultati delle elezioni presidenziali e legislative.
Jair Bolsonaro, il capo di Stato uscente, ha ottenuto oltre il 43 per cento dei consensi e soprattutto ha impedito allo sfidante Luiz Inacio Lula da Silva, pure in vantaggio con il 48 per cento delle preferenze, di conquistare la vittoria al primo turno.
“Il risultato ci fa capire che il bolsonarismo non sarà sradicato tanto facilmente” sottolinea padre Bossi, che è il coordinatore provinciale dei comboniani ed è impegnato per i diritti sociali delle comunità più vulnerabili e la difesa dell’ambiente.
“I dati sono una sorpresa se guardiamo ai sondaggi della vigilia che prevedevano uno scarto tra Lula e Bolsonaro molto maggiore” continua il missionario.
“Credo abbiano giocato un ruolo le fake news degli ultimi giorni, la forza dei gruppi religiosi che si sono messi ancora di più in moto e soprattutto il restringersi del terzo polo: in particolare a rafforzare Bolsonaro è stata la scelta in favore del voto utile da parte di molti sostenitori della destra”.
A favorire il presidente uscente, in carica dal 2018, candidato del Partido liberal (Pl), sarebbero anche i nuovi equilibri in parlamento.
“Al Congresso il gruppo di Bolsonaro si conferma con una forza ancora maggiore di quella che aveva prima” riferisce padre Bossi.
“Questo complica le cose anche per un eventuale governo di Lula, che si ritroverebbe con un’assemblea fortemente a destra”.
Secondo il missionario, il voto ha confermato la geografia del radicamento territoriale dei due aspiranti presidenti, con Lula e il suo Partido dos Trabalhadores (Pt) vincente nel nord-est e Bolsonaro invece nel sud e nel centro-ovest, con vantaggi pure nelle metropoli di Rio de Janeiro e San Paolo.
“Ottobre si preannuncia un mese violento, difficile e angosciante” avverte padre Bossi.
“Ci saranno molti dibattiti e anche il rischio di nuove manipolazioni della verità”.
Il missionario parla da San Paolo, dove si è spostato dopo aver vissuto per oltre dieci anni nello stato del Maranhão.
Tra i suoi impegni c’è stato il sostegno alle comunità colpite dalle violazioni socio-ambientali causate dal ciclo minerario e siderurgico nell’ambito del progetto Grande Carajßs della multinazionale Vale.
Oggi padre Bossi ha anche il ruolo di coordinatore della rete ecumenica latinoamericana Iglesias y Minería ed è consulente della Rete ecclesiale panamazzonica (Repam).