Dopo la condanna in primo grado e dopo la riapertura della prima istruttoria, motivata dal fatto che le intercettazioni utilizzate per il verdetto risultavano, in maniera quantomeno curiosa, parziali e incomplete, era lecito aspettarsi un orientamento diverso da parte della Procura Generale di Reggio Calabria. Invece, come se nulla fosse, la pena richiesta è si abbassata rispetto agli oltre 13 anni del primo grado ma resta di 10 anni e 5 mesi. Lucano dovrebbe, a detta di chi lo accusa, finire in galera sostanzialmente per il reato di solidarietà.
C’è da immaginare brindisi tanto fra chi ne festeggiava l’arresto nel 2018, quanto nel mondo più insospettabile e sedicente progressista che ha fatto partire le ispezioni sull’anomalia rappresentata da Riace. In attesa di leggere le motivazioni questa richiesta rappresenta l’ennesima dimostrazione di acquiescenza verso il potere politico in perfetta continuità con quanto praticato sotto i governi passati.
Ci prendiamo per tali ragioni la responsabilità di schierarci accanto a Mimmo Lucano e a dichiararci complici di chi come lui viene perseguito per non aver obbedito alla logica del profitto sulla pelle dei richiedenti asilo. Ora più che mai, con un esecutivo i cui ministri stanno già gareggiando per dimostrare chi di loro è più feroce contro il capro espiatorio per antonomasia, occorre scegliere da che parte stare.
Noi lo abbiamo deciso.
Maurizio Acerbo, Segretario Nazionale
Stefano Galieni, Responsabile nazionale immigrazione, Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea e Unione Popolare