Il Segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres sembrava aver ascoltato le forti grida degli attivisti per il clima e delle nazioni a rischio esistenziale immediato a causa della crisi climatica, quando ha dichiarato nelle osservazioni conclusive della COP26: «Dobbiamo accelerare l’azione per mantenere vivo l’obiettivo di 1,5 gradi. Il nostro fragile pianeta è appeso a un filo».
Dopo il discorso di Guterres del novembre 2021, una nazione dopo l’altra ha sperimentato ancora una volta le brutali conseguenze di un mondo che si è già riscaldato di 1,1 gradi. Nelle scorse settimane, mentre Porto Rico veniva devastata nuovamente da un potente uragano e il Pakistan era sommerso da inondazioni di proporzioni inimmaginabili, i negoziatori si sono preparati – almeno sulla carta – a iniziare a mettere in atto azioni coraggiose per combattere la crisi climatica.
Il tema dell’imminente conferenza dell’ONU sui cambiamenti climatici, la 27a Conferenza delle Parti dell’UNFCCC (COP27), è “Insieme per l’attuazione”. La conferenza, ospitata dal governo egiziano, si terrà dal 6 al 18 novembre a Sharm El Sheikh.
«Credo profondamente che la COP27 sia un’opportunità per mostrare unione contro una minaccia esistenziale che possiamo superare solo attraverso un’azione concertata e un’attuazione efficace», ha dichiarato il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi.
La conferenza si svolgerà all’ombra della guerra in corso in Ucraina. La guerra, che dura da sette mesi, ha provocato milioni di sfollati, interrotto le forniture alimentari globali, messo in luce la dipendenza dell’Europa dal gas russo e portato a un crescente isolamento economico e diplomatico della Russia. La guerra pone le basi per una sfida ancora più grande per i negoziatori che hanno il compito di passare dalle parole all’azione collettiva decisiva.
Le politiche per ottenere un’azione significativa sul clima hanno storicamente richiesto anni, se non decenni, per essere attuate. Questa particolare serie di conferenze sul clima delle Nazioni Unite è iniziata con la COP1 nel 1995. Ora, 27 anni dopo, le emissioni di gas serra e le temperature globali continuano ad aumentare. Pochi giorni fa, il Senato degli Stati Uniti ha ratificato l’Emendamento di Kigali al Protocollo di Montreal, che mira a eliminare gradualmente gli idrofluorocarburi, potenti gas serra provenienti dalla refrigerazione e dal condizionamento dell’aria. Ci sono voluti 2.167 giorni perché il Senato ratificasse questo emendamento di buon senso, adottato alle Nazioni Unite nel 2016.
Nonostante le sfide, i diplomatici hanno una tabella di marcia da seguire per mantenere l’aumento della temperatura al di sotto di 1,5 gradi e, in ultima analisi, riportarla ai livelli preindustriali. Nel suo allarmante rapporto pubblicato all’inizio di quest’anno, il Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico (IPCC) chiede non solo una massiccia riduzione delle nuove emissioni di carbonio, ma anche l’eliminazione delle emissioni pregresse che stanno già creando scompiglio nell’atmosfera.
Gli autori dell’IPCC osservano che la rimozione del biossido di carbonio non deve sostituire una profonda riduzione delle emissioni. Piuttosto, scrivono, la rimozione può svolgere un ruolo complementare nell’abbassare ulteriormente le emissioni nel breve termine, controbilanciando le emissioni di settori difficilmente transitori come l’aviazione, e raggiungendo emissioni nette negative nel lungo termine.
Il governo statunitense ha recentemente assunto impegni significativi per la rimozione nell’ambito dell’Inflation Reduction Act. «Il percorso verso l’eliminazione del carbonio su scala gigatonica compie un importante passo avanti con l’approvazione dell’Inflation Reduction Act, che aumenta gli incentivi fiscali per la rimozione, l’utilizzo e lo stoccaggio dell’anidride carbonica», ha dichiarato Ben Rubin, direttore esecutivo del Carbon Business Council.
Questa legge statunitense aumenta gli incentivi fiscali per la rimozione del carbonio, da 50 dollari a tonnellata a 130 dollari per l’utilizzo e 180 dollari per lo stoccaggio e la cattura diretta dall’aria. Investe 20 miliardi di dollari in programmi di conservazione, che possono contribuire a promuovere lo stoccaggio del carbonio, e fornisce miliardi di dollari in sovvenzioni per la conservazione e il ripristino delle foreste.
L’entità della crisi climatica richiede molto più di una proposta di legge in una nazione altamente inquinante. La domanda che ci si pone alla COP27 è se le nazioni saranno in grado di mettere da parte gli interessi concorrenti a breve termine per iniziare finalmente ad affrontare in modo globale la minaccia veramente esistenziale del cambiamento climatico.
Traduzione dall’inglese di Thomas Schmid. Revisione di Mariasole Cailotto.