Partirà oggi 26 settembre e resterà in Ucraina sino al 3 ottobre la delegazione della società civile italiana guidata dalla Ong “Un Ponte Per” e dal “Movimento Nonviolento” nell’ambito delle iniziative della rete “Stop the War Now”, nata per costruire dal basso un’alternativa alla guerra in corso e per contribuire alla immediata cessazione dell’invasione russa dell’Ucraina e all’avvio di negoziati tra le parti per dirimere con la diplomazia le attuali controversie.
Dopo due delegazioni e alcune missioni esplorative realizzate nei mesi passati, le organizzazioni della carovana “Stop The War Now” torneranno in Ucraina per svolgere una serie di incontri con la società civile impegnata nel supporto umanitario alle vittime del conflitto, nella costruzione della pace, nel sostegno all’obiezione di coscienza e nelle azioni di resistenza nonviolenta.
Faranno parte della delegazione attivisti e rappresentanti delle organizzazioni italiane: Arci, Arcs, Anche Noi Cittadinanza Attiva, Casa Delle Donne Pisa, Cospe, Centro Studi Sereno Regis, Gruppo Abele, Equa, Libera, Pax Christi, JEF Europa, Movimento Nonviolento e Un Ponte Per.
Tra gli obiettivi della missione quello di gettare le basi per stringere accordi di partenariato tra gli oltre 175 enti italiani che fanno parte della rete “Stop the War Now” e organizzazioni della società civile ucraini, tra cui i sindacati ed università locali; la possibilità di stringere accordi per scambi giovanili tra le università italiane e quelle ucraine, e il rilancio a livello internazionale della campagna di sostegno agli obiettori di coscienza ucraini attualmente sotto processo o inchiesta da parte della Procura Generale ucraina, accusati di alto tradimento.
Tra loro anche il giornalista Ruslan Kotsaba, sotto processo per aver diffuso appelli contro la guerra. Analoga campagna di sostegno agli obiettori di coscienza è portata avanti anche sul versante della Russia, tanto più alla luce di una sempre crescente mobilitazione alle armi dei giovani russi decisa da Putin.
“La delegazione ha l’obiettivo di gettare ponti e costituire reti tra tutti quei soggetti, laici e religiosi, che si pongono il problema della convivenza tra diversi, del rispetto del pluralismo linguistico e culturale, del sostegno anche psicologico alle vittime della violenza e della guerra – scrivono le organizzazioni in una nota -. La delegazione sarà anche l’occasione per lanciare una campagna di sensibilizzazione e raccolta fondi per sostenere le spese legali e processuali degli attivisti ucraini sotto inchiesta, e sostenere il loro prezioso lavoro di costruzione della pace”.
Denso il programma degli incontri, che prevedono tra le altre cose una tappa a Chernivtsi, città nella quale l’università ha accolto centinaia di persone sfollate e si trova in estremo bisogno di aiuti umanitari, e numerosi scambi con esponenti di associazioni, tra cui Il Movimento Pacifista Ucraino, e sindacati nella città di Kiev. La delegazione italiana porterà nel paese anche un carico di aiuti umanitari destinati alla popolazione.