172 giorni di sciopero della fame nelle carceri israeliani. Sono quelle trascorse da Khalil Awawdeh, 40 anni, per protesta contro il suo arresto amministrativo dal dicembre scorso, senza accuse e senza processo.
Ieri, la famiglia ha annunciato che il prigioniero ha deciso di sospendere lo sciopero. La sua avvocata, Ahlam Haddad, ha raggiunto un accordo scritto con il comando militare israeliano della Cisgiordania per la sua liberazione il prossimo 2 ottobre.
La Corte suprema israeliana aveva respinto due giorni fa il ricorso che ne chiedeva la liberazione a causa del pericolo per la sua vita. Una sentenza disumana che non ha suscitato nessuna reazione della stampa internazionale.
Awawdeh rimarrà fino al 2 ottobre in ospedale per le cure necessarie al recupero delle sue condizioni fisiche. Dalle foto pubblicate sulla stampa palestinese e israeliana si constata l’estrema debilitazione, ridotto praticamente ad uno scheletro.