Il documento della Rete Italiana Pace e Disarmo con le proposte e i percorsi di azione per la prossima Legislatura
Il movimento per la pace è autonomo ed indipendente.
Esprime una propria pratica politica per il disarmo e la pace, ma è apartitico.
Come Rete Pace Disarmo vogliamo dialogare con tutti ma nel rispetto dei reciproci ruoli.
Guardiamo al mondo della politica, e soprattutto delle Istituzioni, come luogo che deve fare sintesi delle diverse proposte che, nel nostro caso, elaboriamo grazie alle competenze delle tante organizzazioni che si riconoscono nella nostra Rete.
La scadenza elettorale del 25 settembre dovrebbe far emergere tra i partiti e i candidati le idee su temi fondamentali come la pace, il disarmo, la difesa, le relazioni internazionali.
Temi sui quali la quasi unanimità degli schieramenti politici, a differenza dalla popolazione italiana che auspica la pace e desidera rafforzare le opportunità per raggiungerla, sembra ritenere possa esistere una sola politica: come se fosse possibile governare un Paese come l’Italia con il pilota automatico, limitandosi a slogan e semplificazioni.
La pace invece si raggiunge con il dialogo continuo e fiducioso e con il coraggio delle scelte nonviolente.
Sentiamo il bisogno di un’Europa diversa, non allineata.
Di un’Europa politica, sociale, solidale, inclusiva, che difenda il modello di Stato sociale che qui è stato inventato, che guardi all’Africa, all’Asia e alle Americhe scrollandosi di dosso il passato coloniale e che sia promotrice del superamento dei blocchi e di quella “sicurezza condivisa per un futuro comune” che deve essere alla base di una nuova politica europea e globale.
Salvo poche eccezioni il dibattito sul nostro futuro, su come costruire l’alternativa alle guerre, alle migrazioni forzate, al riscaldamento climatico, al lavoro con sempre meno diritti, al divario crescente tra ricchi e poveri, è schiacciato sulla ricerca del voto per il voto e la rincorsa ai sondaggi.
Eppure l’Italia, l’Europa, il Pianeta sono dentro una crisi di sistema globale che attraversa tutti i continenti che governi e poteri economici non sembrano riconoscere, forse perché più attenti ai gruppi di interessi che ne traggono vantaggio, e che decidono chi potrà stare al sicuro e chi no.
Ci sarebbe bisogno di un grande sforzo mondiale di cooperazione globale per un futuro comune di cui l’Europa potrebbe essere artefice con un approccio di neutralità attiva, invece si continua ad alimentare lo scontro e dividere il mondo in blocchi.
Alle crisi diplomatiche si risponde con la guerra, si preparano altre guerre spendendo ingenti risorse economiche e naturali.
Abbiamo la necessità di tornare a un contesto di relazioni internazionali garantite e inclusive.
L’idea di sconfiggere la crisi globale del sistema attraverso il riarmo dei singoli Paesi, alzando muri, chiudendo porti e frontiere, prelevando risorse energetiche e materie prime a basso costo dall’Africa o dagli oceani, firmando accordi con dittatori o autocrati, militarizzando i territori, difendendo i nostri interessi di privilegiati con armi e guerre è ciò a cui stiamo assistendo e purtroppo subendo, conducendoci ineluttabilmente verso la crisi permanente ed il rischio di un conflitto nucleare.
Tuttavia, fatta questa analisi molto severa della situazione, non possiamo fare a meno di riconoscere le energie positive che si sono sviluppate e che si sviluppano nella nostra società e che si collocano controcorrente rispetto al dominio dei media, degli apparati militari, della politica della caccia al consenso con slogan e parole vuote, non credibili.
Sindacati, Organizzazioni non governative e della società civile, parrocchie, stampa alternativa, associazioni ambientaliste, iniziative dal basso auto organizzate costituiscono un tessuto positivo in cui è attivo anche il movimento pacifista con le sue campagne.
Si vuole contrastare con pazienza e perseveranza, in nome di valori etici e politici di cui è maestro Papa Francesco, il degrado in corso della civile convivenza.
Da queste considerazioni traggono motivazione le proposte, i temi, le campagne che secondo noi devono essere parte della “politica di pace, disarmo, nonviolenza” ormai necessaria, con fondamentali connessioni con Ambiente, Lavoro, Diritti Civili. Proposte e temi che continueremo a mettere al centro della nostra azione anche nella prossima Legislatura.