5000 dimostranti hanno sfilato per le vie di Torino questa mattina per lo sciopero globale sul clima indetto dai Fridays for Future
Intersezionare lotte: questo è il senso di ciò che è emerso dai numerosi interventi al microfono. Parola d’ordine che arriva da più sensibilità, che ormai si può dare per assodata.
I temi affrontati sono quelli che ormai stanno compattando cittadinanza attiva e movimenti: la giustizia climatica e la giustizia sociale.
Due temi declinati con varie argomentazioni, in primo luogo i disastri che hanno di recente colpito Torino (la siccità), l’Italia e il mondo. Ma anche le politiche sull’energia, il PCTO, la vicinanza ai lavoratori. I manifestanti hanno a più riprese invocato i nomi di Lorenzo Parelli, Giuseppe Lenoci e Giuliano de Seta.
Solidarietà: “un’arma potente” è stato dichiarato da un’esponente al microfono.
E’ stato preannunciato un autunno caldo. “In questi anni abbiamo visto che siamo un solo popolo e un solo pianeta e come tale dobbiamo lottare. A cambiare le cose saremo noi, un popolo unito, nelle strade”.
Il corteo di questa mattina si è di fatto collocato a tutti gli effetti nella base sociale. Inequivocabile la sfiducia nella politica e nella classe dirigente economica. Il messaggio è chiaro: secondo i manifestanti il cambiamento potrà avvenire solo dal basso. Sarà quindi forte la pressione politica che intendono esercitare.
Moltissimi gli studenti medi presenti al corteo, segno che il movimento studentesco è tutt’altro che “morto”.
La manifestazione è partita da piazza Statuto per poi dirigersi verso corso Regina. I manifestanti si sono poi diretti verso la Mole Antonelliana, luogo simbolo di Torino. E’ stata bruciata un’effigie di Confindustria, che numerose volte gli studenti hanno dichiarato essere complice/responsabile delle morti dei ragazzi in PCTO (alternanza scuola lavoro).
Il corteo è stato bloccato dalle FFOO in via Montebello, dove la tensione è salita. Dopo le trattative di rito solo ad un esiguo numero di manifestanti è stato permesso di passare per poter attaccare al primo piano della Mole le immagini di Lorenzo, Giuseppe e Giuliano, i tre studenti morti quest’anno.
Il corteo è poi sfilato sul lungo Po Cadorna alla volta di piazza Vittorio, dove sul ponte Vittorio Emanuele I campeggiava uno striscione abbandonato di Casapound contro i Fridays For Future, poi rimosso.
Il corteo ha infine terminato la manifestazione all’ora di pranzo sul ponte della Gran Madre, dove è stato distribuito il cibo.
Le dichiarazioni di un portavoce dei FFF:
Alcune fasi salienti della manifestazione: