Nell’ultimo anno abbiamo sentito parlare più volte di autostrade bloccate e spesso ne sono stati responsabili gli attivisti per il clima di Ultima Generazione. Spuntati come dal nulla qualche tempo fa, sembrano una versione più radicale dei Fridays for Future. Nei media amano apparire come un nuovo incubo. Coloro che bloccano le autostrade fanno quasi più paura delle catastrofi climatiche stesse. Vale quindi la pena dare un’occhiata più da vicino a Ultima Generazione.
L’organizzazione è nata da uno sciopero della fame che si è svolto davanti al Parlamento tedesco lo scorso anno. Si è trattata di una forma radicale di attivismo per il clima: lo sciopero della fame come mezzo per attirare l’attenzione.
A dire il vero, il cancelliere Olaf Scholz ha avuto un colloquio con gli attivisti, ma da allora non è successo niente e un cambiamento nella politica climatica continua a mancare. Per Ultima Generazione questo è stato un segnale decisivo: per porre veramente all’ordine del giorno i pericoli del cambiamento climatico causato dall’uomo, le manifestazioni non bastano più. Per avere maggiore attenzione bisogna fare di più.
“Le autostrade sono il posto migliore per creare disturbo”, sostiene Carla Rochel di Ultima Generazione, che ha partecipato a molteplici azioni dell’organizzazione, protestando in città come Francoforte e Berlino, ed è già stata arrestata per il suo attivismo. Carla Rochel sottolinea che le proteste nelle autostrade non sono rivolte agli automobilisti. Non dovrebbero andarci di mezzo coloro i quali stanno semplicemente andando al lavoro. In linea generale, per Ultima Generazione è sempre importante sottolineare che le misure politiche sul clima non devono andare a scapito dei lavoratori e nemmeno dei più poveri. Ma per Carla Rochel i blocchi sono ancora un male necessario, perché solo l’attivismo che colpisce direttamente le persone crea anche attenzione sul problema. Sarebbe importante – continua – non definire l’attivismo come un danno alla gente.
Comunque, Ultima Generazione non vuole essere considerata come un semplice gruppo di attaccabrighe bisognosi di attenzione. Gli attivisti si fanno portavoce di una serie di richieste. Tra l’altro, sollecitano lo stop delle trivellazioni petrolifere nel Mare del Nord, la messa al bando di nuovi combustibili fossili e l’indipendenza dalle dittature dei produttori di petrolio. Il potere delle multinazionali, che contribuiscono in modo pesante al cambiamento climatico, deve essere limitato, e sostituito con opportunità di partecipazione democratica. Ultima Generazione propone consigli di cittadini in cui persone di diversa estrazione sociale, che vivono in contesti e condizioni diversi, si riuniscono per fare politica insieme. Idealmente, tali consigli dovrebbero anche poter influenzare la politica del governo federale. La democrazia vissuta in prima persona dovrebbe contrastare la disaffezione verso la politica e il potere delle multinazionali.
Carla Rochel sottolinea che la responsabilità del cambiamento climatico causato dall’azione dell’uomo non deve essere imputata al singolo individuo: “L’impatto ambientale è un’invenzione dell’industria dei combustibili fossili, per allontanare la responsabilità da se stessa”. Ritiene che il problema sia la politica che non interviene e il sistema economico che favorisce la crisi climatica. Trasferire la responsabilità sui singoli è sbagliato. Alcuni prodotti biologici o uno spazzolino di legno da soli non salveranno il mondo. Solo un profondo cambiamento politico può farlo. In ogni caso, Carla Rochel usa uno spazzolino di legno per i denti.
Rimane solo la questione del nome: Ultima Generazione suona di cattivo auspicio, quasi apocalittico. Tuttavia, l’organizzazione non vuole essere vista come portatrice di un messaggio di rovina: Ultima Generazione ha ancora la possibilità di ribaltare la situazione. È l’Ultima Generazione, in quanto è l’ultima che può ancora mettere in campo tutte le forze per contrastare la catastrofe climatica. Tra pochi anni sarà troppo tardi, da quel momento in poi il disastro sarà inevitabile. Il nome Ultima Generazione è un appello: bisogna agire adesso!
Negli ultimi mesi abbiamo vissuto un’ondata di calore senza precedenti. Gli incendi boschivi e la siccità hanno costretto molti Stati a dichiarare lo stato di emergenza. Ormai non ci sono dubbi: il cambiamento climatico è in atto. L’attivista Carla Rochel, con questo scenario, trova difficile mantenere l’ottimismo: “A volte credo che sia già troppo tardi”. Ma nonostante questo sentimento di angoscia, riconosce anche che proprio adesso bisogna fare tutto il possibile per salvare il salvabile.
Non c’è dubbio che il cambiamento climatico ci accompagnerà per molto tempo. Ne sentiamo le conseguenze sulla nostra pelle, e la situazione non migliorerà. Almeno non se le cose continuano in questo modo. L’attivismo radicale per il clima come quello di Ultima Generazione può ancora restare un fenomeno isolato, per il momento. Ma se l’umanità continua ad andare incontro alla catastrofe come ha fatto finora, non rimarrà un fenomeno isolato.
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Traduzione dal tedesco di Barbara Segato. Revisione di Thomas Schmid.