I partiti politici, entrati nelle ultime due settimane di campagna elettorale, tentano ogni mezzo per convincere la larghissima fetta di elettori ancora indecisi a votare per loro. Sarà però difficile guadagnare il consenso dei cittadini che sono preoccupati per la crisi climatica e per la mancanza di azioni volte ad affrontarla.
Nessuno dei partiti politici, infatti, può vantare un programma elettorale in grado di assicurare che l’Italia faccia la sua parte nella lotta alla crisi climatica. Non solo gli obiettivi di riduzione delle emissioni non sono in linea con le indicazioni della comunità scientifica, ma alcuni programmi contengono misure apertamente dannose, come l’aumento delle estrazioni di gas sul territorio italiano. In molti casi sono persino assenti le misure fondamentali per accelerare la transizione ecologica, come la promozione delle comunità energetiche, l’efficientamento energetico di scuole e case popolari, il potenziamento del trasporto pubblico locale.
Le mancanze appaiono ancora più gravi se si considera che queste misure corrispondono ad alcuni dei più efficaci strumenti per ridurre il costo delle bollette e in generale l’impatto sulle famiglie dell’aumento dei prezzi dell’energia. Le persone messe in maggiore difficoltà dalla crisi energetica si vedono invece proporre solo aiuti una tantum, mentre a livello strutturale i partiti sembrano compatti soltanto nel chiedere l’installazione dei nuovi rigassificatori: infrastrutture che non contribuiranno né a superare l’inverno- dato che entreranno in funzione solo successivamente – né ad abbassare i prezzi (dato che il GNL è molto costoso); costituiranno invece un’infrastruttura non necessaria, poiché le infrastrutture del gas già esistenti sono sottoutilizzate, e incompatibile con la necessità di eliminare velocemente i combustibili fossili dalla nostra economia. Proprio contro i rigassificatori, a Ravenna si è svolta una manifestazione che ha visto grande partecipazione da parte della cittadinanza, un ulteriore segnale della distanza tra i programmi dei partiti e i loro elettori.
Di fronte a questa diffusa insufficienza, Fridays For Future ha deciso di invitare tutte le forze politiche a confrontarsi pubblicamente rispetto ai loro programmi, affinché i politici possano spiegare le motivazioni delle loro scelte e possano recepire – motivando un eventuale disaccordo – le proposte della cosiddetta Agenda Climatica, il programma minimo proposto da Fridays For Future Italia in vista delle elezioni.
Luca Sardo, portavoce di Fridays For Future, afferma: “I cittadini non hanno avuto voce in capitolo nella costruzione dei programmi dei partiti tra cui dovranno votare e fra due settimane saranno chiamati a scegliere. Vogliamo che gli elettori e le elettrici siano consapevoli delle grandi differenze tra i programmi dei partiti in materia di clima, ma anche che dobbiamo pretendere di più, persino dal più ambizioso dei piani. I partiti, dal canto loro, devono spiegarci il motivo delle gravi lacune nei loro programmi”.
Agnese Casadei, portavoce di Fridays For Future, aggiunge: “I partiti dovranno fare di meglio se vogliono meritarsi il nostro voto. Vogliamo dare loro una possibilità di dimostrare che ci sbagliamo, ma anche un’occasione di ammettere i loro errori e correggerli in tempo per le elezioni”.