In Iran quattordici giovani bahá’í sono stati arrestati settimana scorsa nella città di Ghaemshahr, in una casa dove stavano studiando e discutendo insieme sul ruolo dell’istruzione nel progresso sociale del loro Paese.
Quattordici bahá’í, tra cui tredici giovani, sono stati arrestati nella città settentrionale iraniana di Qaemshahr, nella provincia di Mazandaran e trattenuti presso l’ufficio dei servizi segreti di Sari. La maggior parte degli arresti è avvenuta in una casa dove i giovani stavano studiando e discutendo insieme sul ruolo dell’istruzione nel progresso sociale. Non sono state rese pubbliche informazioni sulle accuse che dovranno affrontare.
Gli arresti sono gli ultimi di un mese di repressione contro i bahá’í in tutto il Paese da parte del governo iraniano. Le autorità hanno preso di mira i bahá’í in 245 episodi di persecuzione negli ultimi 32 giorni, come conferma la Comunità Internazionale Bahá’í (BIC), con arresti e detenzioni, distruzione di case e confisca di proprietà, irruzioni in locali privati e commerciali, pestaggi, negazione delle medicine ai detenuti e divieto di istruzione superiore a più di 100 giovani.
La repressione ha suscitato un’ampia condanna da parte delle Nazioni Unite, di diversi governi, di organizzazioni della società civile come Amnesty International e di media internazionali e persiani.
“È ironico che questi giovani siano stati arrestati mentre studiavano e discutevano del ruolo dell’istruzione, quando le autorità iraniane hanno negato a tutti loro l’accesso all’istruzione superiore”, ha dichiarato Simin Fahandej, rappresentante del BIC presso le Nazioni Unite a Ginevra. “La crudeltà del governo iraniano infrange tutte le regole. Non solo impedisce a questi giovani di entrare nelle università e di sviluppare le loro capacità intellettuali, ma nega loro anche il semplice diritto di riunirsi per discutere di questioni importanti per la loro generazione”.
L’Iran ha perseguitato sistematicamente la comunità bahá’í dalla Rivoluzione islamica del 1979. Più di 200 bahá’í sono stati uccisi dopo la Rivoluzione e un documento politico del 1991, firmato dalla Guida Suprema Ayatollah Ali Khamenei, invitava a “bloccare” il progresso e lo sviluppo della comunità bahá’í, vietando anche ai giovani bahá’í di frequentare le università iraniane. Una lettera del 2006 del Ministero della Scienza, Ricerca e Tecnologia, inviata a 81 università iraniane, afferma che se uno studente “viene identificato come bahá’í, deve essere espulso dall’università”.
La Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo e l’articolo 18 del Patto internazionale sui diritti civili e politici, entrambi firmati dall’Iran, conferiscono ai bahá’í il diritto di manifestare e praticare il proprio credo e di perseguire l’istruzione e soddisfare le necessità essenziali della vita.
Il 30 agosto, i ricorsi legali di 25 bahá’í presso la 37° sezione della Corte d’appello della provincia di Fars sono stati respinti e le loro severe sentenze confermate. I 25 sono stati condannati per la prima volta a giugno a Shiraz e ora rischiano un totale di quasi 80 anni di carcere.
“Gli iraniani di buona volontà all’interno e all’esterno dell’Iran, la comunità internazionale e innumerevoli persone in tutto il mondo hanno chiesto inequivocabilmente all’Iran di porre fine alla persecuzione dei bahá’í “, ha dichiarato Fahandej. “L’Iran deve rendersi conto che la continua persecuzione dei bahá’í non fa altro che danneggiare la sua credibilità interna e internazionale, dimostrando al contempo al mondo l’innocenza dei bahá’í in Iran”.
Persone detenute a Qaemshahr:
Hengameh Alipour, Negar Darabi, Golbon Fallah, Mahsa Fathi, Nazanin Goli, Mani Gholinejad, Samiyeh Gholinejad, Bita Haghighi, Sanaz Hekmat-Shoar, Afnaneh Nematian, Basir Samimi, Mojir Samimi, Sam Samimi, Anis Sanaie.
Persone detenute a giugno a Shiraz con sentenze severe confermate in appello:
Shamim Akhlaghi, Samareh Ashnaei, Behnam Azizpour, Ahdieh Enayati, Sahba Farahbakhsh, Mojgan Gholampour, Saied Hasani, Nasim Kashani [Kashaninezhad], Vargha Kaviani, Mahyar Sefidi Miandoab, Sahba Moslehi, Bahareh Norouzi, Parisa Rouhizadegan, Esmail Rousta, Yekta Fahandaj Saadi, Marjan Gholampour Saadi, Lala Salehi, Shadi Sadegh, Aghdam Seisan, Farzad Shadman, Farbod Shadman, Ramin Shirvani, Soroush Ighani Soghadi, Nabil Tahzib, Rezvan Yazdani, Noushin Zenhari.
Traduzione dallo spagnolo di Thomas Schmid.
Revisione di Anna Polo