Il comitato svizzero contro i cacciabombardieri F-35, dopo poco meno di un anno, ha presentato alla Cancelleria federale l’iniziativa popolare “Stop-F-35”. Ora la coalizione chiede al Consiglio federale di procedere il più presto possibile con tale iniziativa, permettendo così una decisione democratica sul più grande acquisto di armi della storia della Svizzera.
Con un totale di oltre 120.000 firme raccolte, di cui 103.000 validamente certificate, l’iniziativa “Stop-F-35” è stata presentata a Berna il 16 agosto. Anja Gada, Segretaria di GSoA (Gruppo per una Svizzera Senza Esercito) spiega:
“Nonostante le difficili condizioni durante la pandemia e le ingerenze pubbliche nel procedimento di iniziativa popolare da parte della Ministra della Difesa Viola Amherd dopo lo scoppio della guerra in Ucraina, abbiamo raccolto le firme necessarie in un tempo straordinariamente breve”.
Che un dibattito concreto sugli F-35 sia assolutamente necessario è dimostrato, tra l’altro, anche dal rapporto recentemente pubblicato dal Controllo Federale delle Finanze (CFF), che denuncia come falsa l’affermazione del Dipartimento Federale della Difesa (DDPS) secondo il quale esisterebbero prezzi fissi vincolanti. Inoltre è ancora in sospeso il rapporto della Commissione parlamentare della gestione. Marionna Schlatter, Consigliere nazionale del Gruppo dei Verdi, afferma: “Alla luce delle crescenti contraddizioni e incoerenze del DDPS, si rende indispensabile un dibattito critico sull’acquisto dei jet da combattimento. Sarebbe da irresponsabili, sia in termini di politica fiscale che democratica, ignorare così sconsideratamente i rapporti degli organi di controllo federali e portare avanti il più grande acquisto di armi della storia della Svizzera senza un ulteriore referendum popolare sugli F-35”, afferma Schlatter.
Priska Seiler Graf, Consigliere nazionale del Partito socialista, aggiunge: “Gli F-35 sono e rimangono un rischio finanziario che costerà ai contribuenti svizzeri miliardi in più rispetto a quanto finora assicurato. Il bombardiere invisibile Stealth, progettato per l’attacco, è fonte di preoccupazioni in altri Paesi come Canada, Stati Uniti e Norvegia per i continui sforamenti dei costi, dovuti a numerosi difetti tecnici, e rischia di diventare un secondo ‘scandalo dei Mirage’ in Svizzera”. Solo alla fine di luglio, ad esempio, si è saputo che gran parte della flotta statunitense era stata bloccata a terra per un periodo indeterminato, perché i sedili eiettabili non funzionavano correttamente.
Il comitato contro gli F-35 si aspetta quindi dal Consiglio Federale una rapida elaborazione dell’iniziativa, per poterla discutere nella sessione autunnale e consentire così una decisione democratica sull’acquisizione degli F35, prima della sottoscrizione del relativo contratto di acquisto. Anja Gada sottolinea:
“È una mera questione di volontà politica. Gli oltre 100.000 firmatari della nostra iniziativa dimostrano che i cittadini, a causa degli innumerevoli scandali, sono estremamente scettici sull’acquisto degli F-35”.
Traduzione dal tedesco di Barbara Segato. Revisione di Thomas Schmid.