Mentre il Governo francese dichiara che l’acqua è un problema nazionale ed europeo, e che deve essere preservata, il Prefetto arresta e prende in custodia Philippe Delhomme, un difensore dell’ambiente che si batte da anni per salvaguardare questo bene essenziale per la vita!
L’estate del 2022, un vero e proprio concentrato di catastrofi naturali, ci ha fatto rimpiangere in particolare la noncuranza con cui abbiamo sprecato l’acqua.
Il progetto ferroviario Lione-Torino sta già sottraendo quasi 5 milioni di m³ all’anno e, se questo progetto venisse realizzato, il tunnel drenerebbe dai 60 ai 125 milioni di m3 all’anno, prosciugando le falde acquifere senza permettere alla natura di reintegrarle. Lo ha stabilito LTF (oggi TELT) e lo ha certificato nel 2006 COWI A/S (gruppo di consulenza internazionale, specializzato in ingegneria, scienze ambientali ed economia, con sede a Lyngby, Danimarca) a pagina 47 del suo studio.
Inoltre, in violazione della legge francese sulle acque, il tracciato della futura galleria attraversa le zone di protezione di aree di captazione dell’acqua, violando così le Dichiarazioni di pubblica utilità che vietano di scavare in queste aree.
Per questo motivo, dal 24 agosto 2022, un collettivo di cittadini sta bloccando la strada tra Villarodin-Bourget e Avrieux (Savoia, Francia) ai camion destinati a distruggere le risorse idrologiche della Maurienne causate dalla realizzazione dei quattro pozzi di Avrieux, profondi 500 metri, del diametro di 5,2 metri e del costo di € 220 milioni, nell’ambito del progetto della Torino-Lione.
Pacificamente e con determinazione i manifestanti traggono la loro legittimazione dall’articolo 2 della Carta francese dell’Ambiente che stabilisce che “ogni persona ha il dovere di partecipare alla conservazione e al miglioramento dell’ambiente”.
Il 30 agosto 2022, la polizia francese, sotto l’occhio del Vice Prefetto, ha allontanato selettivamente dal gruppo di cittadini pacificamente seduti in mezzo alla strada e arrestato, ponendolo in custodia cautelare, Philippe Delhomme, co-presidente di Vivre et Agir en Maurienne, nonostante le decisioni fossero state assunte collettivamente.
Gli altri manifestanti sono stati sloggiati dal pacifico sit-in con la forza delle armi, per lasciare campo libero ai costruttori di cemento.
Lo Stato protegge chi prosciuga le nostre montagne e maltratta chi protegge l’acqua.