La mattina di domenica 17 luglio 2022 si è svolto a Vetralla (Vt) un incontro di studio sul libro di Nick Estes “Our History Is the Future. Standing Rock Versus the Dakota Access Pipeline, and the Long Tradition of Indigenous Resistance“, Verso, London-New York 2019, pp. X + 310. Un libro che è già un classico ed ha ricevuto giudizi assai elogiativi da parte di studiose e studiosi del prestigio di Roxanne Dunbar-Ortiz, Philip J. Deloria, Louise Erdrich, Naomi Klein.
L’incontro si è svolto nell’ambito dell’iniziativa per la liberazione di Leonard Peltier, l’illustre attivista nativo americano difensore dei diritti di tutti gli esseri umani e della Madre Terra, da 46 anni detenuto innocente nelle carceri statunitensi a seguito di un processo-farsa in cui fu assurdamente condannato per un crimine che non ha mai commesso sulla base di “prove” false e di “testimonianze” altrettante false, come successivamente ammisero i suoi stessi accusatori e giudici.
L’incontro si è aperto, come di consueto, con un minuto di silenzio per le vittime della guerra in corso in Ucraina e in tante altre parti del mondo. E’ stata confermata ancora una volta l’opposizione a tutte le guerre e a tutte le uccisioni, a tutti gli eserciti e a tutte le armi.
Nick Estes è un prestigioso studioso e un generoso militante nativo americano, di origine Lower Brule Sioux, docente di Studi americani all’Università del New Mexico, storico e saggista, attivista fortemente impegnato per i diritti di tutti gli esseri umani, la difesa dell’ambiente e la giustizia sociale. Svolge anche un’intensa attività pubblicistica, collaborando con molte prestigiose testate. Nel 2014 è stato tra i fondatori dell’organizzazione di Resistenza indigena “Red Nation”.
Il libro di cui ci siamo occupati nell’incontro odierno, riassumendone i contenuti e traducendone alcune pagine, costituisce un cospicuo contributo di conoscenza e di riflessione; fin dal titolo riassume efficacemente alcuni dei temi fondamentali non solo di questa opera, ma anche dell’ampio lavoro intellettuale e militante dello studioso. E’ un’opera di notevole valore sia sul piano storico-documentario che su quello critico-ermeneutico, e soprattutto – vorremmo dire – su quello programmatico (e finanche filosofico ed esistenziale). Descrive la Resistenza dei popoli nativi americani al genocidio, all’etnocidio e all’ecocidio che tuttora continua da parte del potere rapinatore, colonialista, razzista e fascista bianco. E’ insieme storia e testimonianza, denuncia e analisi, intreccio concreto e dinamico e disamina critica autocomprendente di teoria e prassi che reciprocamente si illuminano. E’ esso stesso un atto di Resistenza. Ne raccomandiamo quindi vivamente la lettura e – ça va sans dire – la pubblicazione anche nella nostra lingua.
Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera di Viterbo