Si sono aperti i seggi per il referendum sulla riforma costituzionale.
Ieri, domenica, è stato rispettato il silenzio elettorale, ma fino a sabato sono state organizzate grandi manifestazioni dell’opposizione, per chiedere il boicottaggio o il voto con un no.
Questa rottura all’interno dei partiti contrari al testo preparato dal presidente Saied potrebbe essere all’origine di una vittoria del sì.
La legge non prevede un quorum e il referendum è valido con qualsiasi percentuale di votanti.
Inchieste radiofoniche nelle zone rurali hanno palesato il disinteresse di molti intervistati alla questione, a causa – dicono – della crisi economica e la disoccupazione.
Da venerdì sono aperti i seggi all’estero, presso le sedi diplomatiche tunisine, e la percentuale dei votanti fino a sabato è stata soltanto del 3%.
La riforma proposta trasformerà la Tunisia in repubblica presidenziale.