Il 30 luglio è la Giornata mondiale contro la tratta di esseri umani istituita nel 2013 dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite per sensibilizzare la comunità internazionale, per promuovere la difesa delle vittime e dei loro diritti, per esaminare la situazione alla luce dei dati e per pianificare, a livello internazionale, regionale e nazionale, misure tanto di contrasto al fenomeno quanto di protezione delle vittime. Save the Children –per l’occasione- ha presentato la XII edizione del Rapporto sulla tratta e lo sfruttamento minorile. La tratta degli esseri umani, si legge nel Rapporto, coinvolge per più della metà dei casi donne, ragazze e bambine, ma anche ragazzi e bambini e rappresenta ancora uno dei mercati illeciti più diffusi e proficui in tutto il mondo, insieme al traffico di droga e di armi. In Europa 1 vittima su 4 è minorenne. I soli casi accertati nel 2020, che hanno dato luogo a procedimenti giudiziari e condanne, riguardano 109.216 vittime, un numero che non rappresenta le proporzioni reali del fenomeno, che in gran parte resta sommerso. In Europa, si stima che il traffico di esseri umani produca in un anno 29,4 miliardi di € di profitti. Ben un quarto dei soli 14.000 casi identificati riguardano vittime minorenni, intrappolate in gran parte nello sfruttamento della prostituzione.
In Italia, i casi emersi e assistiti nel 2021 dal sistema anti-tratta erano 1.911, con 706 nuove prese in carico nel corso dell’anno, in gran parte di sesso femminile, ovvero il 75,6%, mentre i minori rappresentavano il 3,3% del totale. Tra le vittime assistite, la forma di sfruttamento che prevale è quella sessuale, con il 48,9%, seguita dallo sfruttamento lavorativo, che arriva al 18,8%. Tra i paesi di origine delle vittime prevale la Nigeria con il 65,5%, seguita da Pakistan con il 4,5%, Marocco con il 2,6%, da Gambia con il 2,5% e Costa d’Avorio con il 2,3%. Nel report viene tracciato il profilo dei gruppi di donne e minori più esposti alla tratta e allo sfruttamento, a partire dai casi delle vittime assistite dal sistema anti-tratta, che accoglie principalmente donne molto giovani o minorenni di origine nigeriana, sfruttate nel circuito della prostituzione. La principale motivazione che spinge queste ragazze nel circuito della tratta è legata al conteso di povertà, fragilità e disgregazione familiare nel contesto di origine in Nigeria, che facilita l’adescamento e il miraggio di potersi fare carico economicamente dei propri familiari una volta giunte in Italia con la falsa promessa di un lavoro regolare, che si trasforma invece nello sfruttamento. Tra i gruppi maggiormente a rischio di sfruttamento, soprattutto sessuale, in Italia, desta allarme una presenza in crescita delle giovani donne e minori ivoriane. Il fenomeno riguarda il 4,6% delle 130 donne e ragazze con figli minori che risultano assistite dal sistema anti-tratta italiano all’8 giugno 2022 e che sono in aumento, due volte vittime dello sfruttamento, degli abusi e spesso di ricatti estremi che fanno leva sulla loro condizione di madri particolarmente vulnerabili. Nel 45,4% dei casi hanno tra i 18 e i 25 anni, ma c’è anche chi ne ha meno di 17.
Il dossier di Save the Children evidenzia come le organizzazioni criminali attive nel traffico di esseri umani si siano adattate alle restrizioni della mobilità imposte dalla pandemia, utilizzando sempre di più gli ambienti digitali (chat online, social media, agenzie di collocamento online, siti web di assistenza all’immigrazione contraffatti per reclutare potenziali vittime, forum sul dark web, pagamento dei servizi legati allo sfruttamento tramite criptovalute ecc). In Italia, per esempio, sono stati registrati nel 2021 5.316 casi di pedopornografia trattati dalla Polizia Postale, con un aumento del 47% rispetto al 2020 e 531 minori vittime di adescamento online, con una concentrazione di casi nella fascia 10-13 anni.
L’acuirsi della crisi economica dovuta alla pandemia ha moltiplicato- secondo le testimonianze degli operatori di diverse associazioni impegnate contro la tratta e lo sfruttamento- i rischi di sfruttamento per gruppi particolarmente vulnerabili, come i minori stranieri non accompagnati, che spesso arrivano con un pesante debito contratto con i trafficanti per il viaggio che devono ripagare. Si tratta in gran parte di adolescenti di sesso maschile, che si trovano esposti al rischio di sfruttamento in particolare nel momento in cui escono dal sistema di accoglienza per il compimento della maggiore età (il compimento della maggiore età è la causa dell’uscita dalla rete di accoglienza nel 64,2% dei casi), che li trova spesso in condizioni di integrazione ancora fragili e precarie (o anche per allontanamento volontario dalle strutture) e particolarmente esposti al richiamo di connazionali o altre persone che propongono lavori in nero nelle grandi città come Roma o Milano. I gruppi più vulnerabili in questo senso sono quelli d egiziani, bangladesi, e tunisini.
Save the Children e le altre organizzazioni impegnate contro la tratta e lo sfruttamento degli esseri umani sottolineano la necessità di misure strutturali, come l’approvazione da parte del Governo nell’ambito degli affari correnti del Piano Anti-Tratta Nazionale che – fermo dal 2018 -rappresenta ormai un’urgenza per la presa in carico di tante vittime. La crisi di governo non può e non deve bloccare l’approvazione del Piano che è stato definito anche con il contributo di molti esperti e realtà impegnate sul campo. E’ fondamentale, inoltre, individuare tempestivamente i minori più vulnerabili e a rischio e, per questo motivo, appare fondamentale ed urgente- come sottolineato da Raffaela Milano, direttrice dei Programmi Italia-Europa di Save the Children. un monitoraggio indipendente alle frontiere terrestri, realizzato da team con competenze di protezione dei minori, per individuare precocemente e garantire un’assistenza immediata a tutti i minori a rischio.
Save the Children è impegnata da anni in Italia nella protezione di bambini, bambine, adolescenti e giovani vittime o potenziali vittime di tratta e sfruttamento, con interventi differenziati in base alle reali esigenze dei soggetti più vulnerabili, soprattutto attraverso i progetti “Vie d’Uscita” e “Nuovi Percorsi”, grazie ai quali nel 2021 sono state raggiunte più di 1.000 persone, in gran parte giovani donne e minori. È, infine, in corso l’attivazione sperimentale, a Roma, di un vero e proprio sportello di supporto a nuclei vulnerabili, vittime o a rischio di tratta e sfruttamento.
La versione integrale del rapporto di Save the Children “Piccoli Schiavi Invisibili 2022” è disponibile al link: https://www.savethechildren.it/cosa-facciamo/pubblicazioni/piccoli-schiavi-invisibili-2022