Mercoledì 20 luglio si sono tenuti a Torino due presidi per le operazioni di Polizia a carico di alcuni dirigenti sindacali della logistica su indicazione della Procura di Piacenza, uno la mattina organizzato dal Si Cobas ed uno nel tardo pomeriggio organizzato dall’USB.
Negli interventi al microfono sono emerse le criticità della vicenda: i sindacalisti indagati sono accusati di reati molto gravi, come l’associazione a delinquere, per un’attività che è stata essenzialmente attività sindacale, quindi garantita dalla costituzione, ovvero la rivendicazione di migliori condizioni per i lavoratori della logistica traverso scioperi e blocco dei depositi.
Si è sottolineato il fatto che a questa attività sindacale è nello stesso settore in cui è avvenuto nel 2016 l’omicidio di Abd El Salam, dirigente sindacale dell’USB, a cui non è corrisposta una altrettanto solerte attività investigativa della magistratura.
L’iniziativa giudiziaria e la gravità delle accuse sono vissute dai sindacalisti USB come un attacco frontale ad un sindacato orgogliosamente conflittuale in un settore, quello della logistica, in cui le condizioni di lavoro sono quasi intollerabili per ritmi di lavoro e scarsa considerazione per la salute dei lavoratori che denunciano, dopo pochi anni di lavoro, sintomatologie tipiche del loro lavoro. Un settore strategico nel capitalismo attuale che ha necessità di spostare enormi quantità di merci da una parte all’altra del mondo.
Agli oratori non è sfuggito il parallelo tra le vicende giudiziarie dei sindacalisti della logistica ed altri fatti, specifici della realtà torinese, che sembrano confermare un disegno che mira a colpire duramente il dissenso: l’arresto degli studenti per le manifestazioni del febbraio di quest’anno e la recente inchiesta sul centro sociale Askatasuna.
Il presidio si è chiuso con l’invito a partecipare alla manifestazione dei lavoratori della logistica a Piacenza, il prossimo sabato 23 luglio.